La Montegridolfo liberata

montegridolfo liberata 2015A Montegridolfo nella Valconca in provincia di Rimini, dal 15 al 16 Agosto 2015, va in scena la sesta edizione di La Montegridolfo Liberata, la rievocazione storica della battaglia della Linea Gotica. Si tratta di uno spettacolo vero e proprio con manifestazioni ludiche, balli, mestieri e piatti tipici degli anni ’30/’40. L’aspetto forse più affascinante di una delle rievocazioni storiche romagnole più amate, è che il pubblico è invitato ad intervenire in abiti d’epoca. L’evento è considerato di grandissimo prestigio, e si svolge all’interno del suggestivo borgo medievale di Montegridolfo. Vengono rivissuti con passione ed intense emozioni, i giorni in cui gli alleati liberarono il borgo durante la Seconda Guerra Mondiale. Un evento assolutamente da non perdere, non solo “per non dimenticare”, ma anche per fare “un tuffo nel passato”, nella “lontana” (ma non per tutti) estate del 1944, con allestimenti e spaccati di vita quotidiana che fanno riferimento a quel periodo, e provare così a riviverlo, con la stessa intensità ma con uno spirito certamente diverso.

Tutti gli eventi rievocatori sono connessi con le vicende che fanno parte delle linea gotica ed uno dei momenti clou è quello nel quale il tenente Norton sfondò da solo le difese tedesche. Anche quest’anno ci si aspetta lo stesso successo dell’anno precedente che ha segnato un’affluenza di pubblico in notevole crescita. Ben 4.500 persone sono state attirate dalla manifestazione del 2014, considerando il numero di visite al Museo della Linea dei Goti, un aumento rispetto al 2013, superiore del 20% che conferma il trend a crescita esponenziale di anno in anno. Il successo lo si deve anche il parte alla qualità dell’offerta rievocativa e all’organizzazione che coinvolge circa 100 persone, tutti rigorosamente volontari.

L’impegno quest’anno è quello di incrementare ulteriormente la recettività ed i servizi nonché l’offerta di altri eventi pur sempre a carattere rievocativo. I turisti hanno apprezzato anche molto le visite agli allestimenti militari (trincee, bunker, Kommandantur, campo inglese, tedesco e croce rossa) e l’entusiasmo è stato anche per la presenza dei veicoli e delle uniformi rigorosamente attinenti al periodo storico. Di grande impatto anche la vecchia trebbiatura del grano realizzata con una trebbia d’epoca lunga oltre 20 metri ,ha ricordato nelle due giornate la critica “doppia trebbiatura” del 1944. A contribuire al successo della manifestazione anche gli Artisti di Strada, il cui compito è quello di divertire grandi e piccini con balli popolari e spettacoli, ovviamente, immancabile, per tutti i bambini, lo spettacolo dei Burattini. Per chi all’epoca c’era ed ha vissuto quel periodo, vengono ricordate le “canzonette” dell’epoca, che si possono cantare tutti quanti insieme, e farle conoscere ai più giovani. Toccante anche l’impegno di molti abitanti ad intervenire in abiti d’epoca , presentando così anche ai più piccoli, i mestieri del passato lungo le vie del borgo. Suggestive le varie ambientazioni che aiutano a far rivivere la quotidianità storica dell’epoca. Anche le commedie dialettali fanno parte del ricco programma di La Montegridolfo Liberata, nonchè i momenti culturali a cura di grandi ospiti e conferenze tenute da personaggi di prestigio dove diventa possibile rivivere la varie fasi ed i momenti più significati che molti ricordano ancora, “un po’ come se fosse ieri…”.

La storia della fotografia in breve

prima macchina fotograficaPossiamo dire che la vera storia della fotografia inizia intorno all’800, affermandosi  nel tempo dapprima come procedimento di raffigurazione del paesaggio e dell’architettura, poi come strumento per ritrarre la nascente borghesia e il popolo. Lo sviluppo maggiore lo ebbe grazie ai musei e nello sviluppo del reportage e del giornalismo. Fu così necessario migliorare anche la tecnologia in grado di migliorare sempre più le immagini e soprattutto catturandone i particolari e le peculiarità. Già nell’antichità Aristotele osservò che la luce, passando attraverso un piccolo foro, proiettava un’immagine circolare, successivamente nel 1515, Leonardo da Vinci, studiando la riflessione della luce sulle superfici sferiche, descrisse una camera oscura che chiamò “Oculus Artificialis” (occhio artificiale),  mentre il veneziano Daniele Barbaro, nel 1568, utilizzò una sorta di diaframma di diametro inferiore a quello della lente per ridurre le aberrazioni.

L’invenzione della fotografia

Nei primi anni dell’Ottocento l’inglese Thomas Wedgwood, ceramista inglese di quel tempo, sperimentò l’utilizzo del nitrato d’argento avvicinandosi il più possibile alla litografia. A questa scoperta si interessò Joseph Nicéphore Niépce, tant’è che decise di approfondire gli studi con un esperimento, su di un foglio bagnato di cloruro d’argento ed esposto all’interno di una piccola camera oscura. Ma la tecnica si sviluppò solo nel 1837, con l’esposizione ai vapori di mercurio. Un bagno in una forte soluzione di sale comune fissava, seppure non stabilmente, l’immagine. Il 6 gennaio 1839 la scoperta di una tecnica per dipingere con la luce fu resa nota con toni entusiastici sul quotidiano Gazette de France e il 19 gennaio nel Literary Gazette. Daguerre pubblicò un manuale (Historique et description des procédés du dagguerréotype et du diorama) tradotto ed esportato in tutto il mondo, contenente la descrizione dell’eliografia di Niépce e i dettagli della dagherrotipia. Con il cognato Alphonse Giroux, Daguerre si accordò per la fabbricazione delle camere oscure necessarie. Costruite in legno, furono provviste delle lenti acromatiche progettate da Chevalier nel 1829. Questi obiettivi avevano una lunghezza focale di 40,6 cm e una luminosità di f/16, il costo si aggirava intorno ai 400 franchi. In Italia i primi esperimenti di fotografia sono condotti da Enrico Federico Jest e da Antonio Rasetti nell’ottobre del 1839 con un macchinario di loro costruzione basato sui progetti di Daguerre. Le prime fotografie italiane sono vedute del Templio della Gran Madre, di Piazza Castello, e di Palazzo Reale, tutte a Torino.

La prima diffusione della fotografia

Nel 1840 l’introduzione da parte di Joseph Petzval, per conto della Voigtländer, di un obiettivo di luminosità f/3.6 e dell’aumentata sensibilità della lastra dagherrotipa mediante l’utilizzo di vapori di bromo e cloro, permisero esposizioni di soli trenta secondi. La fragilità della lamina argentata fu rafforzata dall’utilizzo di cloruro d’oro per opera di Hippolyte Fizeau, che incrementò anche il contrasto generale. Il 1841 fu l’anno dell’evoluzione della sciadografia in calotipia ad opera di Talbot, che intuì la possibilità di terminare la trasformazione dei sali d’argento non solo mediante l’azione della luce, ma con l’utilizzo di un nuovo passaggio chiamato sviluppo fotografico. Tra il 1844 e il 1846 Talbot produsse in migliaia di copie quello che può essere definito il primo libro fotografico, il Pencil of Nature, contenente 24 calotipi. Di lì a poco si sviluppò la moda dei ritratti. Nel 1851 Frederick Scott Archer introdusse un nuovo procedimento a base di collodio che affiancò e infine sostituì tutte le altre tecniche fotografiche. Una particolare applicazione della lastra umida nacque per soddisfare l’enorme richiesta di ritratti. Brevettata nel 1854 da André Adolphe Eugène Disderi, si componeva di una fotocamera a quattro obiettivi che impressionava una lastra con due esposizioni, per un totale di otto immagini da 10×6 cm, stampati a contatto su carta che, a causa delle piccole dimensioni, vennero chiamati carte de visite. Da qui, la necessità di produrre lenti e apparecchiature fotografiche vide la nascita e lo sviluppo di importanti aziende fotografiche. Già nella seconda metà del 1800 furono fondate aziende importanti come la Carl Zeiss, la Agfa, la Leica, la Ilford, la Kodak e la Voigtländer.

La fotografia oggi

Oggi, invece, la fotografia è entrata nel fantastico mondo del digitale e le apparecchiature diventano sempre più sofisticate e precise giorno dopo giorno. Anche le tecniche hanno subito un’evoluzione, e alle fotografie “statiche” e programmate in posa, si è sostituito un filone amante degli scatti naturali, che restituiscono al meglio le emozioni dei modelli/modelle.