La storia della fotografia in breve

prima macchina fotograficaPossiamo dire che la vera storia della fotografia inizia intorno all’800, affermandosi  nel tempo dapprima come procedimento di raffigurazione del paesaggio e dell’architettura, poi come strumento per ritrarre la nascente borghesia e il popolo. Lo sviluppo maggiore lo ebbe grazie ai musei e nello sviluppo del reportage e del giornalismo. Fu così necessario migliorare anche la tecnologia in grado di migliorare sempre più le immagini e soprattutto catturandone i particolari e le peculiarità. Già nell’antichità Aristotele osservò che la luce, passando attraverso un piccolo foro, proiettava un’immagine circolare, successivamente nel 1515, Leonardo da Vinci, studiando la riflessione della luce sulle superfici sferiche, descrisse una camera oscura che chiamò “Oculus Artificialis” (occhio artificiale),  mentre il veneziano Daniele Barbaro, nel 1568, utilizzò una sorta di diaframma di diametro inferiore a quello della lente per ridurre le aberrazioni.

L’invenzione della fotografia

Nei primi anni dell’Ottocento l’inglese Thomas Wedgwood, ceramista inglese di quel tempo, sperimentò l’utilizzo del nitrato d’argento avvicinandosi il più possibile alla litografia. A questa scoperta si interessò Joseph Nicéphore Niépce, tant’è che decise di approfondire gli studi con un esperimento, su di un foglio bagnato di cloruro d’argento ed esposto all’interno di una piccola camera oscura. Ma la tecnica si sviluppò solo nel 1837, con l’esposizione ai vapori di mercurio. Un bagno in una forte soluzione di sale comune fissava, seppure non stabilmente, l’immagine. Il 6 gennaio 1839 la scoperta di una tecnica per dipingere con la luce fu resa nota con toni entusiastici sul quotidiano Gazette de France e il 19 gennaio nel Literary Gazette. Daguerre pubblicò un manuale (Historique et description des procédés du dagguerréotype et du diorama) tradotto ed esportato in tutto il mondo, contenente la descrizione dell’eliografia di Niépce e i dettagli della dagherrotipia. Con il cognato Alphonse Giroux, Daguerre si accordò per la fabbricazione delle camere oscure necessarie. Costruite in legno, furono provviste delle lenti acromatiche progettate da Chevalier nel 1829. Questi obiettivi avevano una lunghezza focale di 40,6 cm e una luminosità di f/16, il costo si aggirava intorno ai 400 franchi. In Italia i primi esperimenti di fotografia sono condotti da Enrico Federico Jest e da Antonio Rasetti nell’ottobre del 1839 con un macchinario di loro costruzione basato sui progetti di Daguerre. Le prime fotografie italiane sono vedute del Templio della Gran Madre, di Piazza Castello, e di Palazzo Reale, tutte a Torino.

La prima diffusione della fotografia

Nel 1840 l’introduzione da parte di Joseph Petzval, per conto della Voigtländer, di un obiettivo di luminosità f/3.6 e dell’aumentata sensibilità della lastra dagherrotipa mediante l’utilizzo di vapori di bromo e cloro, permisero esposizioni di soli trenta secondi. La fragilità della lamina argentata fu rafforzata dall’utilizzo di cloruro d’oro per opera di Hippolyte Fizeau, che incrementò anche il contrasto generale. Il 1841 fu l’anno dell’evoluzione della sciadografia in calotipia ad opera di Talbot, che intuì la possibilità di terminare la trasformazione dei sali d’argento non solo mediante l’azione della luce, ma con l’utilizzo di un nuovo passaggio chiamato sviluppo fotografico. Tra il 1844 e il 1846 Talbot produsse in migliaia di copie quello che può essere definito il primo libro fotografico, il Pencil of Nature, contenente 24 calotipi. Di lì a poco si sviluppò la moda dei ritratti. Nel 1851 Frederick Scott Archer introdusse un nuovo procedimento a base di collodio che affiancò e infine sostituì tutte le altre tecniche fotografiche. Una particolare applicazione della lastra umida nacque per soddisfare l’enorme richiesta di ritratti. Brevettata nel 1854 da André Adolphe Eugène Disderi, si componeva di una fotocamera a quattro obiettivi che impressionava una lastra con due esposizioni, per un totale di otto immagini da 10×6 cm, stampati a contatto su carta che, a causa delle piccole dimensioni, vennero chiamati carte de visite. Da qui, la necessità di produrre lenti e apparecchiature fotografiche vide la nascita e lo sviluppo di importanti aziende fotografiche. Già nella seconda metà del 1800 furono fondate aziende importanti come la Carl Zeiss, la Agfa, la Leica, la Ilford, la Kodak e la Voigtländer.

La fotografia oggi

Oggi, invece, la fotografia è entrata nel fantastico mondo del digitale e le apparecchiature diventano sempre più sofisticate e precise giorno dopo giorno. Anche le tecniche hanno subito un’evoluzione, e alle fotografie “statiche” e programmate in posa, si è sostituito un filone amante degli scatti naturali, che restituiscono al meglio le emozioni dei modelli/modelle.

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