La storia del paracadutismo

Le origini del paracadutismo si possono far risalire al mito di Icaro che, con le sue penne attaccate al corpo con la cera, sfidò la morte per scappare dal Labirinto. Ma, miti a parte, la

storia del paracadutismo ha origine nel 1485, quando Leonardo da Vinci disegnò il primo ingegnoso paracadute.

Dobbiamo però aspettare fino al 1797, quando il francese André-Jacques Garnerin ideò il paracadute di seta e senza intelaiatura di legno. Garnerin si lanciò da una mongolfiera da circa 900 metri, al cui cesto applicò la sua invenzione, per questo è considerato l’inventore del moderno paracadute con calotta emisferica.

Nel 1916, durante la Prima guerra mondiale, progredisce la tecnologia del paracadute, ma i militari non vogliono sfidare la sorte per paura di schiantarsi al suolo, e saranno proprio i russi, anni dopo, ad usare per primi il paracadute per scopi militari.

Durante la Seconda guerra mondiale, il paracadute contribuì alla vittoria delle forze alleate; nel 1941, fu l’isola di Creta a vedere il primo volo militare degli alleati con il paracadute, mentre nel 1942 negli Stati Uniti venne avviato il primo programma di addestramento dei parà d’elite. Terminata la seconda guerra mondiale, temporaneamente cessate le esigenze militari, il paracadutismo si avvia lentamente verso il suo naturale sbocco sportivo.

Il primo lancio con il paracadute nella storia

Il 22 ottobre 1797, ebbe luogo il primo lancio con il paracadute nella storia. Prima però è subito doverosa una premessa, occorre infatti considerare il volo dei fratelli Wright che risale all’inizio del XX secolo, per capire appunto, che il primo salto non fu fatto da un aeroplano. L’uomo che portò a termine questa impresa fu, appunto, il francese André Jacques Garnerin, nato nel 1769. Garnerin faceva parte dell’esercito e sosteneva l’invenzione dei fratelli Joseph-Michel e Jacques-Étienne Montgolfier. Il primo lancio col paracadute, quello del 1797, fu un successo e provocò grandi speranze per il futuro. E’ possibile immaginare ancora adesso alla folla radunata per poter vedere l’uomo che avrebbe saltato da centinaia di metri di altezza, tenendo in mano un enorme “ombrello”. E’ curioso sapere che c’erano stati degli esperimenti precedenti fatti con alcuni animali messi nelle ceste e lasciati cadere da una certa altezza con dei grandi “ombrelli”. Mai si seppe di qualche animale morto durante l’atterraggio.

C’è poi un altro fatto curioso che a noi adesso fa sorridere, ma certamente era da tenere in considerazione per l’epoca, ebbene, l’anno seguente, quando Garnerin annunciò che sarebbe salito su una mongolfiera con una donna, non solo fu bloccato ma dovette testimoniare davanti alla polizia. Non era ammesso far salire una donna sola lassù prima, perchè era ritenuto scandaloso e poi perchè si pensava il corpo di una donna non fosse in grado di sostenere simil altezze. La donna in questione era la giovane e bella Citoyenne Henri e infine anche il salto fu effettuato senza grossi problemi legali e, ancora una volta, con successo. Allora Garnerin sposò Jeanne Genevieve che potè saltare con il marito, e diventarono i pionieri del paracadutismo. In questo modo non solo Garnerin riuscì a saltare col paracadute da oltre 2.000 metri ma si esibì in tutta Europa, dove oggi si tengono numerosi corsi di paracadutismo come quelli di VZone.

Nel 1823 Garnerin, mentre si stava preparando per un volo ricevette un colpo accidentale alla testa e morì. Successe che una sua nipote, Elisa Garnerin, raccolse il suo testimone e saltò in paracadute in circa 40 occasioni, proseguendo le esibizioni europee di suo zio.

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La storia della pubblicità video

Nell’anno 1941, negli Stati Uniti, comparve in tv il primo spot pubblicitario di un famoso orologio, della durata di 10 secondi.

In Italia invece, la pubblicità arrivò solo nell’anno 1957 con il programma Carosello che vedeva protagonisti personaggi quali Ernesto Calindri, Gino Bramieri e Virna Lisi.

In tutti questi anni, la pubblicità video ha enormemente contribuito a rendere sempre più florido il commercio.

Agli esordi, la pubblicità si poteva solo ascoltare, poi durante il suo percorso evolutivo è diventata sempre più potente, come ci dimostra internet.

Ad avere una propria storia, è anche la pubblicità digitale che ad oggi rappresenta la più importante rivoluzione o evoluzione, della storia del marketing.

Al suo esordio, a principio degli anni ‘90, si poteva considerare davvero irrisorio, l’investimento in marketing pubblicitario su internet, questo fino al 2014, quando raggiunse il massimo degli investimenti. Questo perchè Google è stato in grado di dominare la pubblicità online mediante gli annunci di Adwords. Ma l’evoluzione vera e propria è arrivata con i social a partire da Facebook, Twitter, YouTube, Instagram…

Pubblicità in internet

Negli anni ‘90, la rete di internet, veniva ancora considerata come uno strumento di scambio di informazioni digitali e posta elettronica, nessuno ancora pensava allo scambio pubblicitario. Solo nel 1994 iniziarono ad essere pubblicati i primi banner. Ma la vera grande rivoluzione della pubblicità video si ebbe nell’anno 2005 con YouTube che grazie alle funzioni interattive dei video, ha offerto un’opportunità davvero allettante ai brand. Le aziende iniziarono così a prendere sempre meno in considerazione la pubblicità televisiva per rivolgersi alla pubblicità digitale.

I dati fecero registrare nell’anno 2009, una crescita inaspettata della “pubblicità social”, che superò la pubblicità televisiva, e questo succedeva nel Regno Unito.

All’inizio degli anni 2000, grazie alla diffusione delle linee adsl, si è ampliata la possibilità della pubblicità video online. Per merito della banda larga, gli utenti che navigavano online hanno ottenuto la possibilità di poter visualizzare i video mediante internet. YouTube ha così permesso di veicolare i video sul web che prima si potevano vedere solo al cinema o in tv. In questi ultimi anni la pubblicità video si è estesa al mobile grazie ai cellulari smartphone e tablet che hanno fatto nascere spazi pubblicitari idonei ai piccoli display.

Le previsioni sono molto positive: secondo uno studio degli esperti di Thirty Seconds, si ritiene infatti che entro il 2019, la pubblicità video rappresenterà oltre l’80% del traffico globale su internet.

La crescita persino inaspettata, della pubblicità video, sui dispositivi mobili, è alimentata soprattutto da una maggiore ottimizzazione dei contenuti. Ad oggi, è ancora YouTube a dominare il consumo di video online. Ma anche Facebook non è da meno, soprattutto da quando ha introdotto i due nuovi formati video attraverso Audience Network per riuscire a vendere spazi pubblicitari anche sui dispositivi mobili, oltre che sul sito web e sulla propria app. Mediante Audience Network, le imprese possono pubblicare annunci prima, durante o dopo la visualizzazione dei contenuti video.

Grazie a tutte queste innovazioni nel settore video mobile si passerà presto dal mobile display al mobile video con offerte sempre più invitanti!

FARMACIa

La storia della farmacia

FARMACIaLa farmacia ha origini molto antiche, nasce per il desiderio dell’uomo di trovare un riscontro nella natura capace di portare benefici al corpo ed alla mente. E’ così che nei tempi remoti le persone andavano sui prati, nei boschi, sulle rocce o nelle acque, in cerca di rimedi in grado di guarire, lenire, alleviare i dolori e le infermità del quotidiano. Da qui l’arte che era considerata un insieme di alchimia, magia, medicina e botanica.

E’ solo con il passare del tempo che la farmacia acquista la sua indipendenza, smette di essere considerata una pratica segreta e si concentra sulla dispensazione del farmaco al pubblico.

Farmacia e farmacista tra l’800 e il ‘900

La farmacia subisce una vera metamorfosi tra l’800 e il ‘900, trasformandosi passo per passo, in quella che assomiglierà sempre più alla farmacia del futuro.

A metà ‘800 il farmacista iniziò a prendere coscienza dei propri mezzi essendo il solo professionista a disporre di un laboratorio per l’utilizzo delle materie prime. Unendo l’arte distillatoria alle conoscenze chimiche contribuì alle teorie ippocratico-galeniche basate sugli “umori”. Operando in questo modo, il farmacista riuscì a fare sperimentare i diversi estratti vegetali individuando altre nuove proprietà e l’entità funzionale contenuta: il principio attivo. Nacque così la farmacologia.

Tra gli esempi più significativi il farmacista svedese Scheele scoprì l’ossigeno, il manganese, il cloro, l’acido lattico, l’acido fosforico, con i pochi mezzi a disposizione nel laboratorio della sua spezieria.

Nel 1804, Serturner scoprì la morfina e nel 1820 i farmacisti Caventou e Pelletier estrassero la chinina dalla radice peruviana. Nel 1826 la farmacia Pelletier preparava già 50.000 once di chinino.

La Farmacia tra l’800 ed il ‘900 raggiunse un equilibrio corretto tra il laboratorio delle preparazioni ed il locale destinato al pubblico. Il documento che si è rivelato come il più adatto a testimoniarlo è stato la FATTURA emessa dal Farmacista.

Ma prima di parlare della “farmacia evoluta” dobbiamo ritornare indietro nel tempo fino agli antichi Egizi. La loro longevità era sicuramente frutto di cure, tant’è che il Osimandia, aveva fatto apporre al sommo dell’uscio della Biblioteca, le testuali parole: “Farmacia dell’anima”.

Successivamente nel Libro de’ Profeti, Salomone scrisse diverse formule farmaceutiche, che furono però distrutte dal re Ezechia “finchè Dio non venisse offeso dai malefici di cui erano stati convertiti i segreti salutari del bisavolo”.

Ripercorrendo la storia dei tempi eroici della Grecia, troviamo persino la prima ambulanza.

La farmacia online

Ma la vera storia della farmacia trova la sua rivoluzione ai nostri tempi, con la farmacia on line che si affianca alle farmacie che troviamo “sotto casa”.

Un servizio comodo ed efficiente, a portata di clic! Farmacie fornite di tutti i prodotti necessari alle cure ma anche alla bellezza, di cui oggi non possiamo più fare a meno, a prezzi scontati rispetto alle normali farmacie.

Oggi noi siamo abituati a fare shopping online e diverse tipologie di acquisti, pertanto non potevano nemmeno mancare le farmacie online, dove acquistare i migliori prodotti di marca, direttamente dal nostro pc, smartphone e tablet, comodamente da casa o da qualsiasi luogo provvisto di connessione.

mobili del bassanese

Storia dei mobili del bassanese

I mobili del bassanese sono mobili di stile in legno massello, in grado di rappresentare tutta l’essenza e l’autenticità del legno, mantenendone intatte tutte le caratteristiche. Mobili classici e moderni, mobili in arte povera, complementi, assolutamente di stile.
L’essenza del noce, è la principale protagonista dei mobili del bassanese, è ricca di tradizione, nelle varietà noce nazionale (Juglans Regia) e noce canaletto (Juglans Nigra). Anche il ciliegio, esteticamente più “caldo” rispetto al noce, viene utilizzato, soprattutto per produrre mobili in legno vecchio; insieme anche il rovere e l’olmo.
Il noce è l’essenza più utilizzata per la produzione di mobili destinati a durare nel tempo, insieme al ciliegio, il legno pregiato dai toni caldi.
Il legno massiccio dei mobili del bassanese, rispetta tutte le caratteristiche di “materiale vivo”, questo significa che continua a vivere anche dopo la sua fine biologica. Per questo le piccole fessure che possono manifestarsi nelle parti in legno massello non sono imperfezioni ma testimoniano, insieme alle venature, tutta la naturalità del materiale utilizzato e rendono unico e pregiato il mobile del bassanese.

Patto per lo Sviluppo del Mobile d’Arte di Bassano

La Legge Regionale del 7 Aprile 2000 ha disciplinato il “Marchio Doc” del Mobile d’Arte del Bassanese, in quanto produzione tipica meritevole di tutela. Quando si parla di Mobile d’Arte si fa riferimento a quel particolare prodotto dell’artigianato artistico di costruzione e restauro dei mobili ad imitazione degli stili settecenteschi.
La storia del Distretto di Bassano del Grappa, infatti, nasce con i primi restauratori che intraprendono l’attività di riparare mobili d’arte del ‘600 e ‘700 presenti nelle numerose ville del territorio. In queste falegnamerie, grazie alla capacità lavorativa del titolare, che raggiunge una perfetta conoscenza del mobile nelle sue caratteristiche costruttive e nelle diverse varietà dei legni impiegati, si realizzano perfette riproduzioni dei mobili originali. Il Mobile d’Arte di Bassano è la riproduzione di un mobile nello stile originale di un tempo, sia nei suoi elementi portanti sia nella capacità di renderlo simile nella tinta, nell’invecchiamento, nelle macchie, nelle bruciature e ammaccature.
I mobili del bassanese sono oggi una riconferma e lo dimostra il mercato, una vera e propria tendenza nel design, in particolare nel settore cucine. Un’eccellenza non solo fra tutti i marchi italiani ma soprattutto fra quelli esteri.
Chi crede nei valori e nella qualità crede sicuramente nell’arredare casa con i mobili del bassanese, una filosofia legata ai mobili d’alto pregio che arricchiscono la casa e la sanno rendere unica. Merito della grande scuola mobiliera bassanese che ha dato vita a veri e propri capolavori e che oggi è in grado di offrire al pubblico un’eccezionale testimonianza di un’arte non a caso celebre in tutto il mondo. Dalla zona giorno alla zona notte, le proposte risultano estremamente affascinanti rivestendo tutti gli stili legati alla classicità.
Sono proprie le essenze a rendere i mobili del bassanese unici in tutto il mondo, essenze tra le piu’ pregiate, dal Noce nazionale al Noce americano, dal Toulipè al Ciliegio, così da offrire alla casa il calore del legno nobile e di alta qualità esaltate dalle finiture e le anticature (in gommalacca o con la migliore cera d’api) in grado di donare un ulteriore fascino a questi mobili. Passando per le tinte naturali in grado di esaltare tutte le caratteristiche di splendore e bellezza originarie del legno.

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I 5 volumi di storia più letti

donne-della-repubblicaDonne della Repubblica

Editore: Il Mulino

33 ° nella classifica Bestseller di IBS Libri – Storia d’Italia

Il libro parla delle lezioni storiche politiche del 2 giugno 1946, quando per la prima volta furono chiamate al voto anche le donne. Un momento memorabile, una rivoluzione, un passaggio indimenticabile che vide affermarsi il “sesso debole” come il nuovo protagonista nella società italiana. A restituirci la portata simbolica e politica di quella conquista, quattordici biografie esemplari di donne che con diversi talenti, in vari campi, che hanno contribuito alla nascita della Repubblica e a cambiare l’immagine della donna. Non solo le politiche, che fin dai tempi del fascismo si erano battute per la democrazia, come Camilla Ravera, Teresa Noce, Lina Merlin, o le donne della resistenza, Tina Anselmi, Nilde lotti, Teresa Mattei, Marisa Ombra, Ada Gobetti, ma anche scrittrici come Alba de Céspedes, Fausta Cialente, Renata Vigano, un’attrice come Anna Magnani, la famosa sarta Biki, e la leggendaria Dama Bianca compagna di Fausto Coppi. L’introduzione è a cura di Dacia Maraini. Lo trovate su IBS, ma se volete risparmiare sull’acquisto, potete scaricare un buono sconto sul sito bestshopping.it.

Storia di una sconfitta

Basil H. Liddell Hart

Editore: BUR Biblioteca Univ. Rizzoli

Questo libro tratta l’argomento spinoso della Seconda guerra mondiale, quando sul finire dei combattimenti si presenta un’occasione storica che mai più si avrà a verificare durante gli anni successivi: i generali e gli ammiragli di Hitler caduti prigionieri degli Alleati vengono interrogati e rispondono a caldo su come e perché sono stati battuti e costretti alla resa senza condizioni. Ne approfitta Liddell Hart, storico dell’arte militare del nostro tempo. Le campagne di Francia, di Russia, d’Africa, dei Balcani, i campi di battaglia in Occidente e in Oriente vengono così ripercorsi nella particolare ottica di quell’esercito che non riuscì a vincere la guerra. Quali errori? Perchè la sconfitta dopo una dittatura senza precedenti e quali sono stati i tradimenti invece della diplomazia politica, chi ha davvero annichilito i grandi strateghi?

Lawrence d’Arabia

Parliamo di un libro che poi è diventato film, pubblicato nel 1935, il cui autore è Basil Liddell Hart.

Siamo nell’anno 1917 e l’Inghilterra voleva conquistare Arabia e sull’Egitto. Thomas Edmund Lawrence, ufficiale inglese innamorato dell’Arabia e del deserto, diventa amico di alcuni capi arabi e riesce a metter d’accordo popoli diversi fra loro e a conquistare Aqaba, porto strategico sul mar Rosso. È un’impresa enorme, e gli viene riconosciuta, ma al momento opportuno, quando si tratta di mantenere le promesse, i capi si tirano indietro. Liquidato dall’esercito Lawrence muore, ancora giovane,in un banale incidente di moto. Quando entra il gioco la fatalità e la debolezza degli uomini.

The German Generals Talk

1 set 1971

da Basil H. Liddell Hart (Autore)

Parlano per la prima volta, i soldati vicini al regime tedesco. Era Hitler il genio della strategia? Perché i suoi generali lo hanno tradito? Perché Hitler ha permesso l’evacuazione Dunkirk? Un libro di interesse attuale, che si concentra sui  pareri dei generali tedeschi dell’Armata Rossa come forza di combattimento. Cosa fecero i russi che sembravano essere dalla parte tedesca? E quali sono stati i vantaggi e gli svantaggi in base al quale gli eserciti del dittatore controllavano la lotta? Un libro che risponde a molte domande.

Sir Basil Henry Liddell Hart

Meridian , 1991

“Il libro più importante da una delle autorità militari eccezionali del nostro tempo.” – Library Journal

Questo è il classico libro sulla guerra come la conosciamo. Nel corso della sua lunga vita, Basil H. Liddell Hart era considerato uno dei pensatori militari più importanti del mondo – “. Clausewitz del 20 ° secolo” un uomo generalmente considerata come la strategia è un lavoro seminale di storia militare e la teoria, un compagno perfetto per Sun-tzu L’arte della guerra e di Carl von Clauswitz della guerra.

la-storia-del-tavolo

La storia del tavolo

la-storia-del-tavoloLa storia del tavolo risale al mondo greco-romano e qui veniva utilizzato in diversi ambiti, dal culto, all’industria passando per il commercio, fino alla vita domestica. La sua forma più antica è quella utilizzata dai greci, che lo descrivevano rettangolare, su tre piedi, un modello che si diffuse in tutto il bacino del Mediterraneo. Dalla Grecia arrivò a Roma, qui si utilizzava un tavolo a gamba centrale divisa in tre parti, e per la sua forma veniva definito mensa delphica, definizione che parrebbe derivare dal tripode delfico. Erano tavoli molto lavorati, originali anche anche i supporti che si rifacevano alla dedizione agli dei, a zampe di animali, ma anche con figure umane e mitologiche. Anche la fascia che nascondeva l’attacco delle gambe era molto ornata. I materiali preferiti per costruire i tavoli erano legno, marmo e bronzo. In Egitto e in Babilonia era anche in uso una tipologia di tavolo rettangolare, a quattro gambe. Spicca una tipologia di tavolo di lusso in uso a Roma, con le gambe riunite a due a due, sempre molto decorate, e anche il tavolo  a gambe incrociate in uso in Egitto e soprattutto a Roma, in genere di legno o di marmo. Esistevano poi anche modelli in legno raro, thuia o cedro, detti mensae citreae, arricchiti da piedi d’avorio, d’oro, d’argento, di rame argentato, di bronzo e incrostati di pietre preziose.

Nonostante le sfarzosità romane, ci perviene che fino al secolo 14°, il tavolo era ancora considerato un elemento essenziale e per tale motivo veniva coperto da una  tovaglia o da un tappeto, e veniva smontato e riposto dopo il pasto; perlopiù consisteva in un asse nudo e stretto, posato su tre sostegni. Verso la metà del 14° secolo il tavolo subisce delle trasformazioni significative, viene infatti realizzato in forme sempre più ricercate, adeguandosi agli stili del tempo.

Il tavolo nel Rinascimento

Con l’avvento del Rinascimento, iniziano i primi veri ed eleganti accorgimenti: le gambe vengono finemente scolpite, ricordiamo ad esempio tavoli a zampa di leone, a chimera, a foglia d’acanto, ecc., e tavoli a  forma architettonica, a balaustro. Particolarmente ornati furono i tavoli ornamentali, creati in svariate forme, a seconda della regione in cui venivano utilizzati e costruiti. Ci pervengono così anche notizie di tavoli davvero molto sontuosi  come quelli realizzati con il piano a intarsi di ebano e avorio, o con pietre dure, tavoli in marmo e pietra. Bisogna arrivare nel periodo barocco per riscoprire le forme più fantasiose, quando si va alla ricerca degli effetti cromatici, sia attraverso la  pittura, sia mediante applicazioni di materie diverse.

Il tavolo in Inghilterra

L’inghilterra è nota per aver dato vita, intorno al 18° secolo, a forme nuove, ci risultano infatti tavoli a cancello, con le zampe incernierate, di cui una metà gira sull’altra mentre anche il piano, diviso in due metà, si ribalta; a nido, con una serie di tavolini di misura decrescente che possono trovar posto l’uno dentro l’altro ecc. Praticamente uno stile che anche oggi è rimasto.

Il tavolo in Francia

La Francia si adeguò presto ai modelli di tavola che venivano realizzati negli altri Paesi realizzando una tipologia molto varia, che spaziava dai grandi tavoli con piano di cuoio e rivestimenti di bronzo dorato (tables ministère), ai piccoli tavolini con un cassetto e zampe a liuto detti guéridons, ai piccoli tavoli da notte detti bonheur du jour ecc.

Il tavolo in Italia

Naturalmente l’Italia non resta a guardare e intorno al 20° secolo crea tavoli di varia tipologia, dallo scrittoio alla scrivania al leggio, al tavolo tondo, ovale ecc. Per influenza orientale, nell’arredamento occidentale entra anche l’uso del tavolo basso collocato davanti a divani o poltrone.

Anche il tavolo ha dato scandalo!

Quello che oggi ci sembra impossibile un tempo non era solo possibile ma era anche “proibito”. Nella sua antica storia, il tavolo ha saputo anche dare “scandalo”. Per capire di cosa stiamo parlando, dobbiamo risalire all’epoca vittoriana. Parliamo di un’epoca in cui la vista di una caviglia femminile scoperta era scandalo e di conseguenza lo erano anche le gambe del tavolo che dovevano essere assolutamente coperte, anche se di legno!

Il tavolo più originale?

Oggi i tavoli più venduti sono a consolle, ma il tavolo in assoluto più originale pare essere stato presentato alla  mostra delle invenzioni svoltasi nel 1988 nell’isola di Taiwan. Parliamo di un  tavolo da pranzo con il piano formato da centinaia di fogli di plastica sovrapposti e aderenti l’uno all’altro: alla fine di ogni pasto era sufficiente rimuovere il foglio più superficiale per avere una superficie pulita. Una grande idea, no?

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La storia dell’amianto

eternitAlcune curiosità

Già all’epoca dei Persiani e dei Romani si utilizzava l’amianto: pare che esistessero manufatti, stoffe e materiali incombustibili con cui si avvolgevano cadaveri da cremare, allo scopo di ricavare ceneri più pure. Sarà poi Marco Polo a sfatare questa leggenda.

Si narra, inoltre, che nel ‘600 il naturalista Boezio avesse impiegato l’amianto per preparare alcune medicine.

Risale, invece, alla fine del 1800 il primo utilizzo dell’amianto in ambito industriale e contemporaneamente l’inizio della produzione di cemento-amianto in Austria.

L’impiego dell’amianto negli anni successivi crebbe in maniera considerevole, fino ad arrivare al periodo di “boom” degli anni ’50 e ’60 che riguardò il mondo intero.

A metà degli anni ’60 cominciarono a divenire evidenti gli effetti dannosi dell’amianto: la formazione di una particolare forma di carcinoma e di una malattia polmonare cronica erano legate proprio all’inalazione delle polveri d’amianto.

Ma cos’è l’amianto? Quali sono le sue caratteristiche? E quando diventa pericoloso?

L’amianto, anche definito asbento, è un minerale naturale a struttura fibrosa, che si ottiene da rocce madri dopo macinazione e arricchimento. Si tratta di un materiale dalle tante qualità, quali: l’incombustibilità, la fono assorbenza, l’isolamento al calore, la resistenza meccanica, la resistenza all’azione di agenti chimici e biologici, l’alta flessibilità e la versatilità.

Tra le principali proprietà tecnologiche vi è proprio la consistenza fibrosa, che è però anche la primaria proprietà di rischio per l’apparato respiratorio umano.

È doverosa, quindi, distinguere tra:

  • amianto in matrice friabile: quando le fibre di manufatti e applicazioni sono libere o debolmente legate;
  • amianto compatto: quando le fibre sono legate in una matrice stabile, come nel caso del cemento-amianto.

L’ amianto friabile (che si può facilmente ridurre in finissima polvere) è il più pericoloso tra i due, in quanto la pericolosità risiede nella capacità che i materiali in amianto hanno di rilasciare fibre inalabili.

Il rilascio di fibre di amianto nell’ambiente è probabile nelle circostanze in cui il materiale è particolarmente danneggiato e friabile: correnti d’aria, vibrazioni dell’edificio oppure movimenti di macchine e persone possono indurre il distacco e il rilascio nell’aria di fibre scarsamente legate e facilmente inalabili. Il rischio di esposizione e, quindi, quello di contrarre patologie tumorali non riguarda più solo i lavoratori che operano su materiali a base di amianto, ma anche tutte le persone che vivono o frequentano gli ambienti dove sono presenti manufatti in amianto.

Le restrizioni relative all’impiego di amianto

Alla fine degli anni ’70 dalla Gran Bretagna arrivano le prime regolamentazioni europee sull’uso dell’amianto nei luoghi di lavoro.

In Italia le prime disposizioni che regolamentano l’impiego dell’amianto risalgono al 1986, anno in cui viene imposto il divieto di immettere nel mercato la crocidolite. Con il DPR del 1998 tale divieto viene esteso a tutte le tipologie di amianto utilizzate in alcuni tipi di prodotti.

Ad oggi il quadro normativo in materia di amianto è davvero ampissimo e in continua evoluzione, relativamente alle metodologie tecniche applicative circa la rimozione, ma anche agli incentivi.

Ricordiamo, però, la Direttiva 1999/77/CE che pone il divieto assoluto di utilizzo dell’amianto a partire dal gennaio del 2005 e la Direttiva 2003/18/CE che proibisce l’estrazione dell’amianto, ma anche la fabbricazione e la trasformazione di prodotti in amianto.

Per servizi di rimozione,bonifica e smaltimento eternit in totale sicurezza  è essenziale affidarsi a aziende con esperienza nel settore, come la Canovi Coperture, attiva in tutto il Nord e Centro Italia. (www.canovi.it)

La storia del volantino

volantinoIl volantino conosciuto anche con il nome di flyer, rappresenta la pubblicazione a tiratura limitata di un determinato formato (formato pagina), con stampa su una o entrambe le facciate. E’ un metodo pubblicitario veloce, spesso distribuito porta a porta, che serve ad informare i consumatori di un determinato prodotto, evento, idea, progetto, oggetto. La stampa dei volantini si utilizza quando si inaugura un locale, per informare in merito ad una sagra, festa, concerto, ma viene utilizzato anche dalle agenzie, come le agenzie immobiliari, le case automobilistiche, ecc.  (more…)

corsi ecm fad per psicologi senza frontiere

La formazione in medicina dei partigiani combattenti

Chi lavora nel settore della medicina oggi avrà una vasta scelta di corsi ECM psicologia, potrà sceglierli in base alla propria specializzazione o al proprio grado di interesse; chi lavora nel settore infermieristico potrà aumentare le proprie conoscenze con i corsi ECM FAD più adatti all’ambito lavorativo in cui lavora; i tecnici di laboratorio potranno venire a conoscenza delle nuove tecniche o delle nuove scoperte…

Ma non è sempre stato così nella storia..

Numerosi medici e operatori della sanità italiani, seguendo l’esempio dei loro colleghi europei e statunitensi, iniziarono il loro percorso di formazione ECM a distanza già ai tempi della guerra tramite libri al tempo cartacei. Oggi tutto è cambiato e ci si forma online attraverso percorsi a distanza che, in seguito a delle indagini, lasciano evincere  che chi ha scelto questa strada formativa si è dimostrato più soddisfatto sotto molti punti di vista:

  • poter scegliere tra i corsi di migliaia di esperti
  • studiare quando e dove si vuole
  • non dover modificare i propri impegni e poter sostenere l’esame quando si preferisce non ha eguali!

I corsi ECM FAD oggi aprono un mondo nuovo per una formazione continua, pratica,  precisa e adattabile alle esigenze di tutte le professioni sanitarie.

Con i crediti ecm fad oggi inizia l’era della formazione senza più stress e perdite di tempo!

C’erano una volta il Mercedes D.III e BMW IV…

mercedes IIILe parti meccaniche che interessano le lavorazioni sugli aeromobili, possono essere imbarcate su un aereo ad ala rotante o fissa, sui missili destinati al mercato civile o difesa, o ancora su satelliti. Gli aerei equipaggiati con i sistemi elettrici, possono essere progettati per l’aviazione civile, la tattica e la cassia, o possono essere anche aerei da addestramento.

I materiali speciali e componenti per le lavorazioni meccaniche aeronautiche quali Titanio, Inconel, XD15, Cronidur, 15.5-PH, Avional vengono lavorati in locali controllati termicamente, supportati da complessi software CAD/CAM. Nei laboratori si svolgono analisi metallurgiche, ovvero i controlli distruttivi e non distruttivi. Nell’ambito aerospaziale ed aeronautico sono stati anche implementati componenti come stabilizzatori, azionamenti, dispositivi di atterraggio, chiocciole a ricircolo di sfere, anelli per cuscinetti della turbina e rotanti assiali. In ambito industriale, si realizzano prodotti specifici di alta qualità per macchine utensili per il taglio laser.

Ma questo avviene oggi. La storia inizia quasi un secolo fa. Lo sviluppo di motori per aerei, ha seguito l’evoluzione tecnica dei motori a pistoni che sono stati impiegati nel settore automobilistico. I primi motori utilizzati in questo settore hanno avuto il vantaggio della modularità del progetto, vale a dire, i principali componenti meccanici erano intercambiabili, in questo modo è stato possibile ridurre i tempi di sviluppo. Lo sviluppo tecnico del settore venne reso ancora più importante a partire dai modelli Mercedes D.III o BMW IV che furono utilizzati sugli aerei della prima guerra mondiale. La differenza più marcata era tra motori radiali e di motori in linea. Tutti i motori radiali, aumentando la capacità di aumentare le dimensioni frontali, questo però a scapito dell’aerodinamicità di tutto il velivolo, e i motori in linea, che potrebbero contenere il disordine, migliora anche l’efficienza, utilizzando del liquido di raffreddamento.

La Seconda Guerra mondiale ha rappresentato un momento particolare per il settore: in Europa, le aziende per la produzione di motori sviluppavano entrambi i tipi, mentre negli stati Uniti, si puntava già al motore radiale, perché era considerato il più affidabile, soprattutto nel caso in cui i velivoli venissero colpiti dal fuoco nemico. Dello stesso parere era anche l’aviazione giapponese, questo perché in caso di un colpo ricevuto da uno dei cilindri, il motore non smetteva di funzionare consentendo una possibile manovra di emergenza da parte del pilota. Sempre in questo periodo sono stati messi in produzione i motori radiali a doppia stella e sono stati anche introdotte architetture complesse a V, W e H, ottenuti combinando due o più motori. Successivamente, iniziarono a dotare i modelli aeronautici di compressori, in grado di aumentare la pressione di alimentazione e di mantenerla costante durante il volo; mantenendo così la velocità dell’elica. Durante la seconda guerra mondiale le prestazioni sono state migliorate aggiungendo compressori in più fasi, impianti di raffreddamento di fluidi in pressione, turbocompressori, sistemi di iniezione.