pontevecchio

Visite guidate a Firenze: la magia degli orafi di Ponte Vecchio

Concedersi il piacere di una o più visite guidate a Firenze vuol dire immergersi in un’atmosfera unica e, perché no?, romantica: un’atmosfera a cui contribuiscono, tra l’altro, le botteghe degli orafi presenti su Ponte Vecchio. Il ponte, in effetti, è celebre in tutto il mondo per la serie di botteghe di gioiellieri che la contraddistinguono: non tutti, però, conoscono le ragioni e la storia di questa realtà. Tutto inizia alla fine del XVII secolo, e più di preciso nel 1593, quando il Granduca Ferdinando I, figlio di Cosimo I, emana un decreto che impone lo sfratto ai commercianti e agli artigiani che fino a quel momento hanno occupato i fondachi su Ponte Vecchio. Tra questi ci sono soprattutto pesciaioli ed erbivendoli, ma anche beccai e altri commercianti minuti, presenti da più di due secoli sul ponte.

A cosa si deve la decisione di Ferdinando I? Per scoprirlo, non bisogna fare altro che prenotare una delle interessanti visite guidate a Firenze messe a disposizione dal sito guideintoscana.it. Ma se non sapete resistere alla curiosità, ve ne parliamo noi. Lo scopo del fratello di Francesco è quello di migliorare il decoro del ponte, che anche in quel tempo rappresenta uno snodo della viabilità della città di grande prestigio. In più, c’è un’altra motivazione più prosaica e concreta: il posto degli artigiani e dei commercianti, infatti, non viene lasciato vuoto, ma è subito riempito da argentieri e orafi, di sicuro più ricchi e quindi in grado di pagare tasse più elevate.

Argenterie e gioiellerie, una realtà inconfondibile

Insomma, Ferdinando I impone il divieto di installare su Ponte Vecchio qualsiasi attività che non faccia riferimento al commercio di preziosi, parlando di arti vili per indicare i trecconi, i pizzicagnoli e tutti gli altri piccoli rivenditori la cui presenza avrebbe potuto dar fastidio ai forestieri e, più in generale, ai gentiluomini.

Al di là delle motivazioni alla base della decisione del Granduca, quel che è certo è che grazie ad essa oggi Ponte Vecchio è rinomato non solo in tutta Italia, ma anche nel resto del mondo, per la particolarità delle sue botteghe di orafi. A più di quattro secoli di distanza da quel provvedimento, le piccole vetrine con gli sportelli in legno note con il nome di madielle splendono grazie al luccicare dei tanti metalli preziosi che sono esposti.

Per altro, nel corso degli anni sono state avanzate tante altre ipotesi per spiegare le origini del provvedimento di Ferdinando I: c’è chi, per esempio, ha fatto riferimento alle cattive condizioni igieniche che le attività presenti in precedenza determinavano per il ponte. A dir la verità, non si può certo escludere che il lavoro dei pesciaioli e dei beccai fosse motivo di odori ben poco gradevoli. E non è tutto: bisogna considerare che gli scarti dei pesci e del bestiame venivano buttati senza troppi complimenti nel fiume Arno, le cui acque, di conseguenza, risentivano di tale situazione e finivano per risultare inquinate. Insomma, attività poco salubri per colpa dei resti di carne, delle carogne e dei miasmi prodotti.

About Author

Connect with Me: