L’omosessualità nella storia

storia dell'omosessualitàDal cinedo di memoria classica fino ai moderni escort gay, la storia dell’omosessualità affonda le sue radici sin dagli albori del genere umano, sebbene il termine omosessuale risalga solo alla seconda metà del secolo diciannovesimo.

Le categorie chiamate ‘omosessualità’ ed ‘eterosessualità’ riflettono una realtà universale e non imputabile a date storiche. Sono costruzioni sociali, in quanto le diverse preferenze sessuali fanno parte della natura delle persone, non sono una scoperta né un’invenzione. Le preferenze sessuali sono insite nell’animo umano e per questo fanno parte della storia sin dalla sua genesi.

Quante volte abbiamo sentito dire che gli antichi greci e romani praticavano l’omosessualità? E’ quasi un luogo comune riferirsi a personaggi storici come Giulio Cesare, Aristotele o, in tempi relativamente più recenti, Leonardo da Vinci, come uomini notoriamente gay.

Ebbene, cosa c’è di vero in queste affermazioni?
Nello specifico dei personaggi citati, la verità è raccontata nei documenti storici che rivelano, nemmeno troppo velatamente, le loro preferenze sessuali.

Ma non serve scomodare nomi altisonanti: il sesso gay tra maschi era una pratica abbastanza comune tra i nostri più lontani antenati. Per loro intrattenersi con i giovani cinedi era una forma di relax che non intaccava la mascolinità o il rapporto matrimoniale con le mogli che li aspettavano a casa. La figura del cinedo presso gli antichi definiva un giovinetto effeminato che concedeva i suoi favori sessuali ai maschi in cambio di denaro: quel che oggi definiremmo un escort gay insomma.

Lo scandalo nell’antica Roma o nell’antica Grecia non era fare sesso tra maschi, ma era nell’attribuzione dei ruoli ‘attivo’ e ‘passivo’. Era considerato disdicevole fare sesso anale da passivo, ma un uomo che sodomizzava un altro uomo mantenendo ruolo attivo dava segno di estrema virilità. Le affettuose amicizie con giovani ragazzi, non impedivano ai maschi romani o ellenici di avere una moglie e dei figli. Questo per dire che non si parlava ancora di omosessualità. Non c’era ancora distinzione od opposizione tra eterosessuali, bisessuali e omosessuali, vi erano solo diversi tipologie di atti sessuali.

Il Cristianesimo condanna l’omosessualità

Fu l’avvento del Cristianesimo a condannare pubblicamente l’omosessualità. Il passaggio dal paganesimo al cristianesimo avvenuto nel tardo impero romano trasformò il sesso gay in reato penale e sancì la nascita della figura dell’omosessuale come persona non gradita.

L’avversione alle pratiche omoerotiche arriva fino al Medioevo. Dall’intolleranza trattata alla pari dell’adulterio o dei rapporti prematrimoniali durante l’Alto Medioevo, si passa ad una forte ostilità che sfocia nella persecuzione degli omosessuali durante tutto il Basso Medioevo, trattati con la stessa ferocia riservata alle streghe, agli eretici e agli infedeli.

La situazione non cambia nemmeno durante il Rinascimento. L’arte classica romana e greca viene riscoperta e porta alla luce l’amore gay in un vero e proprio revival a base di orge omosessuali e festini tra maschi. L’influsso sull’arte di quel periodo fu senz’altro benefico, ma, d’altro canto, questo fiorire delle pratiche omoerotiche provocò una dura recrudescenza della repressione organizzata della sodomia.

Nel Rinascimento, gli incontri sessuali gay avvenivano nella privacy delle case, spesso i matrimoni erano uno schermo di protezione, così come le varie associazioni culturali che con il pretesto di creare club di interessi culturali comuni, davano libero sfogo ai sentimenti omosessuali.

Nella nostra breve storia dell’omosessualità, siamo giunti alla costituzione del Regno d’Italia, 1861. La sodomia era ormai stata cancellata come reato perseguibile, ad eccezione del Regno di Sardegna che per altri tre anni considerò l’amore tra persone dello stesso sesso un atto criminale. Dovremo aspettare fino al 1889 per vedere eliminata la sodomia come crimine penale, grazie al Codice Zanardelli, il codice penale unificato d’Italia.

Ed è così che a cavallo tra il XIX e il XX secolo, l’Italia divenne uno dei rifugi prediletti degli omosessuali cacciati da Inghilterra, Europa del nord e America. Si era creato il mito di un paese bisessuale, dove i giovinetti erano ben disposti ad accoppiarsi con eccentrici signori stranieri; fenomeno rafforzato in Italia a causa della mancanza di una regolamentazione giuridica dell’omosessualità.

Gli incontri omosessuali avvenivano in segreto, c’era un sorta di tolleranza, a patto che nulla venisse allo scoperto. Personaggi come Oscar Wilde, il magnate dell’acciaio tedesco Krupp, William Somerset Maugham e i membri dell’aristocrazia di mezza Europa solevano passare lunghe vacanze nei luoghi più pittoreschi d’Italia, in un connubio perfetto di relax, bei panorami e bei ragazzi disponibili al sesso in cambio di regali, in altre parole: escort gay.

Anche il ventennio fascista, sebbene caratterizzato da una profonda omofobia, non introdusse subito condanne esplicite all’omosessualità. Il concetto primario non era la tolleranza, ma il non riconoscerne l’esistenza. Gli italiani erano troppo maschi per indulgere in atti omosessuali! Solo la prostituzione maschile o l’abuso sessuale gay erano penalmente perseguibili.

Tuttavia, verso il 1930 si verificò uno spaventoso aumento di pressione verso gli uomini chiamati in modo spregiativo ‘finocchi’, ‘ricchioni’, ‘culi’, ‘froci’ o ‘culattoni’. Si rese necessaria una legge: nel 1931 il regio decreto 773 autorizzò misure di pulizia contro chi ridicolizzavano la pubblica morale. Curioso che nel testo di legge non si legga mai la parola ‘omosessuale’: nessun riferimento esplicito, ma di fatto fu usata per reprimere i rapporti tra maschi che si tenevano nei luoghi di incontro gay presenti in ogni città.

Il Sessantanove e i diritti Gay

arcigayBisogna aspettare il 1969 per respirare aria di cambiamento. Nascono le prime organizzazioni omosessuali, i gay reclamano i loro diritti e su tutti spicca il nome di Mario Mieli, padre fondatore dei famosi ‘Collettivi omosessuali milanesi’. La sinistra si apre alle rivendicazioni del popolo omosessuale, nasce l’Arcigay che diventa l’associazione paladina dei diritti dei gay, ancora oggi ampiamente attiva e presente. L’omosessualità, anche se ancora oggi persistono pregiudizi e difficoltà, si sta finalmente sdoganando; non a caso siti web come Grinderboy dedicati agli incontri gay non destano più tanto scalpore.

Nel XXI secolo l’omosessualità sta vincendo tutte le sue battaglie. Sempre più lontana dai luoghi comuni e accettata senza pregiudizi dalle nuove generazioni, si sta avviando lungo la strada dell’integrazione e della pacifica convivenza civile. La guerra non è ancora vinta, ma le battaglie principali sì! Dopo bui secoli di repressione, di vite condotte all’ombra della società, oggi, finalmente, sta tornando a splendere il sole.

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