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I 5 volumi di storia più letti

donne-della-repubblicaDonne della Repubblica

Editore: Il Mulino

33 ° nella classifica Bestseller di IBS Libri – Storia d’Italia

Il libro parla delle lezioni storiche politiche del 2 giugno 1946, quando per la prima volta furono chiamate al voto anche le donne. Un momento memorabile, una rivoluzione, un passaggio indimenticabile che vide affermarsi il “sesso debole” come il nuovo protagonista nella società italiana. A restituirci la portata simbolica e politica di quella conquista, quattordici biografie esemplari di donne che con diversi talenti, in vari campi, che hanno contribuito alla nascita della Repubblica e a cambiare l’immagine della donna. Non solo le politiche, che fin dai tempi del fascismo si erano battute per la democrazia, come Camilla Ravera, Teresa Noce, Lina Merlin, o le donne della resistenza, Tina Anselmi, Nilde lotti, Teresa Mattei, Marisa Ombra, Ada Gobetti, ma anche scrittrici come Alba de Céspedes, Fausta Cialente, Renata Vigano, un’attrice come Anna Magnani, la famosa sarta Biki, e la leggendaria Dama Bianca compagna di Fausto Coppi. L’introduzione è a cura di Dacia Maraini. Lo trovate su IBS, ma se volete risparmiare sull’acquisto, potete scaricare un buono sconto sul sito bestshopping.it.

Storia di una sconfitta

Basil H. Liddell Hart

Editore: BUR Biblioteca Univ. Rizzoli

Questo libro tratta l’argomento spinoso della Seconda guerra mondiale, quando sul finire dei combattimenti si presenta un’occasione storica che mai più si avrà a verificare durante gli anni successivi: i generali e gli ammiragli di Hitler caduti prigionieri degli Alleati vengono interrogati e rispondono a caldo su come e perché sono stati battuti e costretti alla resa senza condizioni. Ne approfitta Liddell Hart, storico dell’arte militare del nostro tempo. Le campagne di Francia, di Russia, d’Africa, dei Balcani, i campi di battaglia in Occidente e in Oriente vengono così ripercorsi nella particolare ottica di quell’esercito che non riuscì a vincere la guerra. Quali errori? Perchè la sconfitta dopo una dittatura senza precedenti e quali sono stati i tradimenti invece della diplomazia politica, chi ha davvero annichilito i grandi strateghi?

Lawrence d’Arabia

Parliamo di un libro che poi è diventato film, pubblicato nel 1935, il cui autore è Basil Liddell Hart.

Siamo nell’anno 1917 e l’Inghilterra voleva conquistare Arabia e sull’Egitto. Thomas Edmund Lawrence, ufficiale inglese innamorato dell’Arabia e del deserto, diventa amico di alcuni capi arabi e riesce a metter d’accordo popoli diversi fra loro e a conquistare Aqaba, porto strategico sul mar Rosso. È un’impresa enorme, e gli viene riconosciuta, ma al momento opportuno, quando si tratta di mantenere le promesse, i capi si tirano indietro. Liquidato dall’esercito Lawrence muore, ancora giovane,in un banale incidente di moto. Quando entra il gioco la fatalità e la debolezza degli uomini.

The German Generals Talk

1 set 1971

da Basil H. Liddell Hart (Autore)

Parlano per la prima volta, i soldati vicini al regime tedesco. Era Hitler il genio della strategia? Perché i suoi generali lo hanno tradito? Perché Hitler ha permesso l’evacuazione Dunkirk? Un libro di interesse attuale, che si concentra sui  pareri dei generali tedeschi dell’Armata Rossa come forza di combattimento. Cosa fecero i russi che sembravano essere dalla parte tedesca? E quali sono stati i vantaggi e gli svantaggi in base al quale gli eserciti del dittatore controllavano la lotta? Un libro che risponde a molte domande.

Sir Basil Henry Liddell Hart

Meridian , 1991

“Il libro più importante da una delle autorità militari eccezionali del nostro tempo.” – Library Journal

Questo è il classico libro sulla guerra come la conosciamo. Nel corso della sua lunga vita, Basil H. Liddell Hart era considerato uno dei pensatori militari più importanti del mondo – “. Clausewitz del 20 ° secolo” un uomo generalmente considerata come la strategia è un lavoro seminale di storia militare e la teoria, un compagno perfetto per Sun-tzu L’arte della guerra e di Carl von Clauswitz della guerra.

la-storia-del-tavolo

La storia del tavolo

la-storia-del-tavoloLa storia del tavolo risale al mondo greco-romano e qui veniva utilizzato in diversi ambiti, dal culto, all’industria passando per il commercio, fino alla vita domestica. La sua forma più antica è quella utilizzata dai greci, che lo descrivevano rettangolare, su tre piedi, un modello che si diffuse in tutto il bacino del Mediterraneo. Dalla Grecia arrivò a Roma, qui si utilizzava un tavolo a gamba centrale divisa in tre parti, e per la sua forma veniva definito mensa delphica, definizione che parrebbe derivare dal tripode delfico. Erano tavoli molto lavorati, originali anche anche i supporti che si rifacevano alla dedizione agli dei, a zampe di animali, ma anche con figure umane e mitologiche. Anche la fascia che nascondeva l’attacco delle gambe era molto ornata. I materiali preferiti per costruire i tavoli erano legno, marmo e bronzo. In Egitto e in Babilonia era anche in uso una tipologia di tavolo rettangolare, a quattro gambe. Spicca una tipologia di tavolo di lusso in uso a Roma, con le gambe riunite a due a due, sempre molto decorate, e anche il tavolo  a gambe incrociate in uso in Egitto e soprattutto a Roma, in genere di legno o di marmo. Esistevano poi anche modelli in legno raro, thuia o cedro, detti mensae citreae, arricchiti da piedi d’avorio, d’oro, d’argento, di rame argentato, di bronzo e incrostati di pietre preziose.

Nonostante le sfarzosità romane, ci perviene che fino al secolo 14°, il tavolo era ancora considerato un elemento essenziale e per tale motivo veniva coperto da una  tovaglia o da un tappeto, e veniva smontato e riposto dopo il pasto; perlopiù consisteva in un asse nudo e stretto, posato su tre sostegni. Verso la metà del 14° secolo il tavolo subisce delle trasformazioni significative, viene infatti realizzato in forme sempre più ricercate, adeguandosi agli stili del tempo.

Il tavolo nel Rinascimento

Con l’avvento del Rinascimento, iniziano i primi veri ed eleganti accorgimenti: le gambe vengono finemente scolpite, ricordiamo ad esempio tavoli a zampa di leone, a chimera, a foglia d’acanto, ecc., e tavoli a  forma architettonica, a balaustro. Particolarmente ornati furono i tavoli ornamentali, creati in svariate forme, a seconda della regione in cui venivano utilizzati e costruiti. Ci pervengono così anche notizie di tavoli davvero molto sontuosi  come quelli realizzati con il piano a intarsi di ebano e avorio, o con pietre dure, tavoli in marmo e pietra. Bisogna arrivare nel periodo barocco per riscoprire le forme più fantasiose, quando si va alla ricerca degli effetti cromatici, sia attraverso la  pittura, sia mediante applicazioni di materie diverse.

Il tavolo in Inghilterra

L’inghilterra è nota per aver dato vita, intorno al 18° secolo, a forme nuove, ci risultano infatti tavoli a cancello, con le zampe incernierate, di cui una metà gira sull’altra mentre anche il piano, diviso in due metà, si ribalta; a nido, con una serie di tavolini di misura decrescente che possono trovar posto l’uno dentro l’altro ecc. Praticamente uno stile che anche oggi è rimasto.

Il tavolo in Francia

La Francia si adeguò presto ai modelli di tavola che venivano realizzati negli altri Paesi realizzando una tipologia molto varia, che spaziava dai grandi tavoli con piano di cuoio e rivestimenti di bronzo dorato (tables ministère), ai piccoli tavolini con un cassetto e zampe a liuto detti guéridons, ai piccoli tavoli da notte detti bonheur du jour ecc.

Il tavolo in Italia

Naturalmente l’Italia non resta a guardare e intorno al 20° secolo crea tavoli di varia tipologia, dallo scrittoio alla scrivania al leggio, al tavolo tondo, ovale ecc. Per influenza orientale, nell’arredamento occidentale entra anche l’uso del tavolo basso collocato davanti a divani o poltrone.

Anche il tavolo ha dato scandalo!

Quello che oggi ci sembra impossibile un tempo non era solo possibile ma era anche “proibito”. Nella sua antica storia, il tavolo ha saputo anche dare “scandalo”. Per capire di cosa stiamo parlando, dobbiamo risalire all’epoca vittoriana. Parliamo di un’epoca in cui la vista di una caviglia femminile scoperta era scandalo e di conseguenza lo erano anche le gambe del tavolo che dovevano essere assolutamente coperte, anche se di legno!

Il tavolo più originale?

Oggi i tavoli più venduti sono a consolle, ma il tavolo in assoluto più originale pare essere stato presentato alla  mostra delle invenzioni svoltasi nel 1988 nell’isola di Taiwan. Parliamo di un  tavolo da pranzo con il piano formato da centinaia di fogli di plastica sovrapposti e aderenti l’uno all’altro: alla fine di ogni pasto era sufficiente rimuovere il foglio più superficiale per avere una superficie pulita. Una grande idea, no?

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Visite guidate a Firenze: la magia degli orafi di Ponte Vecchio

Concedersi il piacere di una o più visite guidate a Firenze vuol dire immergersi in un’atmosfera unica e, perché no?, romantica: un’atmosfera a cui contribuiscono, tra l’altro, le botteghe degli orafi presenti su Ponte Vecchio. Il ponte, in effetti, è celebre in tutto il mondo per la serie di botteghe di gioiellieri che la contraddistinguono: non tutti, però, conoscono le ragioni e la storia di questa realtà. Tutto inizia alla fine del XVII secolo, e più di preciso nel 1593, quando il Granduca Ferdinando I, figlio di Cosimo I, emana un decreto che impone lo sfratto ai commercianti e agli artigiani che fino a quel momento hanno occupato i fondachi su Ponte Vecchio. Tra questi ci sono soprattutto pesciaioli ed erbivendoli, ma anche beccai e altri commercianti minuti, presenti da più di due secoli sul ponte.

A cosa si deve la decisione di Ferdinando I? Per scoprirlo, non bisogna fare altro che prenotare una delle interessanti visite guidate a Firenze messe a disposizione dal sito guideintoscana.it. Ma se non sapete resistere alla curiosità, ve ne parliamo noi. Lo scopo del fratello di Francesco è quello di migliorare il decoro del ponte, che anche in quel tempo rappresenta uno snodo della viabilità della città di grande prestigio. In più, c’è un’altra motivazione più prosaica e concreta: il posto degli artigiani e dei commercianti, infatti, non viene lasciato vuoto, ma è subito riempito da argentieri e orafi, di sicuro più ricchi e quindi in grado di pagare tasse più elevate.

Argenterie e gioiellerie, una realtà inconfondibile

Insomma, Ferdinando I impone il divieto di installare su Ponte Vecchio qualsiasi attività che non faccia riferimento al commercio di preziosi, parlando di arti vili per indicare i trecconi, i pizzicagnoli e tutti gli altri piccoli rivenditori la cui presenza avrebbe potuto dar fastidio ai forestieri e, più in generale, ai gentiluomini.

Al di là delle motivazioni alla base della decisione del Granduca, quel che è certo è che grazie ad essa oggi Ponte Vecchio è rinomato non solo in tutta Italia, ma anche nel resto del mondo, per la particolarità delle sue botteghe di orafi. A più di quattro secoli di distanza da quel provvedimento, le piccole vetrine con gli sportelli in legno note con il nome di madielle splendono grazie al luccicare dei tanti metalli preziosi che sono esposti.

Per altro, nel corso degli anni sono state avanzate tante altre ipotesi per spiegare le origini del provvedimento di Ferdinando I: c’è chi, per esempio, ha fatto riferimento alle cattive condizioni igieniche che le attività presenti in precedenza determinavano per il ponte. A dir la verità, non si può certo escludere che il lavoro dei pesciaioli e dei beccai fosse motivo di odori ben poco gradevoli. E non è tutto: bisogna considerare che gli scarti dei pesci e del bestiame venivano buttati senza troppi complimenti nel fiume Arno, le cui acque, di conseguenza, risentivano di tale situazione e finivano per risultare inquinate. Insomma, attività poco salubri per colpa dei resti di carne, delle carogne e dei miasmi prodotti.

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Cose da fare nelle Marche

Le Marche, caratterizzate da una morfologia piuttosto varia, sono considerate a buon diritto una delle più belle regioni d’’Italia. Basti pensare che, qualche tempo fa, la prestigiosa rivista statunitense Aarp non ha esitato a definirle “la nuova Florida”, ritenendo che si trattasse di uno dei posti al mondo che merita di essere visitato almeno una volta nella vita. Tra mare (che presenta sia una costa scogliosa che sabbiosa), laghi, borghi medievali, distese collinari, parchi naturali e Appennini, si tratta, infatti, di un luogo di armoniosi e suggestivi contrasti in grado di ammaliare il turista. Scopriamo insieme cosa fare nelle Marche e quali sono i principali luoghi di interesse.

Mare e borghi antichi

Coloro che amano il mare cristallino non potranno fare a meno di visitare la rinomata riviera del Conero, il tratto di costa caratterizzato da falesie, grotte e insenature dalla bellezza mozzafiato; il luogo ideale, dunque, per coloro che amano fare snorkeling in un contesto suggestivo e ricco di flora e fauna marina. Le spiagge della riviera, rocciose e selvagge, sono sormontate da alture ricche di vegetazione lussureggiante. Questo tratto di mare, lo ricordiamo, è stato più volte insignito della Bandiera Blu, il riconoscimento internazionale conferito alle migliori spiagge.

Gli amanti della vita mondana, invece, possono optare per le super attrezzate spiagge di Senigallia e Pesaro, caratterizzate da vaste distese di sabbia e da stabilimenti balneari muniti di ogni confort.

Le Marche, inoltre, sono ricche di pittoreschi borghi medievali, che consentono al visitatore di immergersi in atmosfere passate, grazie anche alle numerose rievocazioni storiche che si tengono in diversi periodi dell’anno. Tra gli altri segnaliamo il bellissimo borgo di Grottammare, incastonato tra il verde delle pinete e il mare. Ogni anno, nel periodo natalizio, l’intero borgo si trasforma in un presepe vivente. Molto bello anche il Borgo di Corinaldo, celebre per la “Contesa storica del pozzo della polenta”, che si tiene ogni terzo fine settimana di luglio.

Montagne e Parchi naturali

Anche l’area montana delle Marche, costellata di parchi e riserve naturali, non deluderà il turista che potrà godere di paesaggi dalla suggestiva bellezza e potrà effettuare camminate all’aria aperta rigeneranti e salutari. Si pensi, ad esempio, al Parco dei Monti Sibillini e del Monte Conero, alla riserva di Torricchio e di ripa Bianca o ancora al Parco Sasso Simone e Simoncello. Gli amanti delle attività outdoor non avranno che l’imbarazzo della scelta: è possibile, infatti, praticare una vasta gamma di attività, come le seguenti:

1 – escursionismo

2 – equitazione

3 – ciclismo

4 – canyoning

5 – golf

Si tratta, in altri termini, di una regione dove è davvero impossibile annoiarsi!

Hotel nelle Marche

Ricordiamo infine che sul portale turistico www.goodmarche.com è possibile trovare numerosi hotel nelle Marche dove poter prenotare un piacevole soggiorno. Le strutture ricettive di questa regione, infatti, si caratterizzano tutte per l’estrema accoglienza del personale e per un elevato livello di confort delle stanze.

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Le caratteristiche degli allarmi wireless

Conoscere le caratteristiche degli allarmi wireless è il modo più semplice ed efficace per individuare l’antifurto più adatto alle proprie esigenze, sia dal punto di vista dei costi che dal punto di vista degli obiettivi che si è intenzionati a raggiungere. Le statistiche in proposito rilevano che in quattro casi su cinque un impianto antifurto viene installato in un’abitazione solo in seguito a un tentativo di intrusione o a un furto: il che costituisce, nella maggior parte dei casi, un errore, in quanto si compie una valutazione non oculata ma basata sull’impatto emotivo del momento.

Prevenire, però, è meglio che curare: meglio dotarsi di un antifurto in anticipo invece che aspettare che succeda un imprevisto per poi correre ai ripari. Il sito www.antifurtocasa.info rappresenta, in questo senso, un punto di riferimento che è consigliabile tenere in considerazione, anche per avere una panoramica completa ed esaustiva delle proposte che il mercato mette a disposizione, non solo per ciò che concerne gli allarmi wireless. Ciò non toglie che i sistemi senza fili presentino diversi vantaggi, in quanto non richiedono l’esistenza di un impianto filiare, vale a dire un sistema di canaline all’interno delle quali far passare i diversi cavi.

Come proteggere la propria casa con gli allarmi wireless

Prima di procedere alla scelta del sistema di sicurezza che si reputa più in linea con le proprie necessità, può rivelarsi utile compiere una mappatura dell’edificio che si intende proteggere, anche per scoprire quelle che possono essere reputate le aperture più vulnerabili e, in un certo senso, pericolose, esposte più delle altre al rischio di effrazioni. Tenendo sempre conto del budget di cui si può disporre e della somma che può essere investita, non bisogna lasciarsi attirare dagli investimenti eccessivamente convenienti, dal momento che nella maggior parte dei casi le soluzioni poco costose si dimostrano anche poco efficaci. Ecco perché è consigliabile prendere in esame le peculiarità e le funzioni che contraddistinguono gli impianti, per una valutazione a 360 gradi.

Gli antifurti wireless basano il proprio funzionamento sulla cosiddetta centrale, che non è altro che il cuore degli impianti: il software della centrale si occupa di smistare e di gestire le informazioni che i componenti del sistema inviano e ricevono. Per esempio, nel caso in cui si verifichi un’intrusione, viene trasmesso alla sirena un segnale che viene inviato anche al combinatore GSM, il quale poi contatta il proprietario dell’edificio per avvertirlo. Le centrali senza filo sono munite anche di un display e di una sirena interna, oltre che di una tastiera tramite la quale l’antifurto può essere disattivato o attivato a seconda delle circostanze.

Le centrali degli antifurti senza fili propongono un sistema di anti-manomissione, a tutela della sicurezza dei dispositivi: ciò non toglie che sia comunque meglio posizionarle in zone nascoste o difficili da trovare per gli eventuali malintenzionati.

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Nuove case in costruzione a Roma Eur

Anche nel quartiere di Torrino Mezzocammino Progedil 90 sta costruendo nuove case pensate per soddisfare ogni tipo di esigenza: a pochi passi dall’Eur, ville e appartamenti di tipologie differenti saranno disponibili in un contesto all’avanguardia, decisamente rispettoso dell’ambiente circostante. Con un occhio alle aree verdi e alla loro manutenzione, ma anche con la massima attenzione per la viabilità ciclabile e pedonale, Torrino Mezzocammino è la zona perfetta per andare a vivere se si desidera avere a disposizione infrastrutture e servizi di ogni genere, dagli uffici ai centri commerciali, passando per le scuole. Un quartiere in cui la densità abitativa è limitata ma dove, al tempo stesso, c’è un gran numero di aree sportive, di giardini, di parchi, di parcheggi e di strade.

Chi è interessato alla vendita case Roma Eur, pertanto, può optare per la palazzina di tre piani in corso di realizzazione a Torrino Mezzocammino da parte di Progedil 90: una struttura studiata in ogni dettaglio per rispettare le norme più recenti sotto il profilo della sicurezza antisismica, con lastrici di copertura calpestabili e resi impermeabili grazie al ricorso a una doppia guaina armata al poliestere. Tanti i particolari degni di attenzione, come le tamponature in klinker o cortina e i pavimenti in gres porcellanato, che per gli esterni è di tipo antigelivo. La presenza di un portoncino di ingresso blindato con serratura di servizio è indice di sicurezza, mentre gli infissi esterni sono in alluminio o in legno, garanzia di resistenza e longevità. Degni di nota anche gli avvolgibili ad azionamento elettrico e l’impianto di produzione di acqua calda centralizzato.

Ville e appartamenti

Sempre nello stesso comprensorio residenziale, Progedil 90 propone anche degli appartamenti in villino in una palazzina a due piani, a pochi passi dalle attività commerciali: si tratta di trilocali al piano terra e al primo piano, con soluzioni progettate per favorire il massimo del comfort e, soprattutto, per offrire un conveniente risparmio economico, grazie al contenimento dei consumi di energia. Gli appartamenti al piano terra sono dotati di giardino e sala hobby, che volendo può essere adattata a due nuclei familiari, mentre quelli al primo piano vantano grandi terrazzi e un locale tecnico; tutti, comunque, sono immersi nel verde, e possono contare sulla funzionalità di un impianto a pannelli fotovoltaici capace di produrre energia elettrica. Tutti i materiali adoperati sono esenti da emissioni nocive.

Infine, per chi vuole optare per una villa, Progedil ha la soluzione giusta: a metà strada tra l’Eur e il mare, immobili dotati di vasca idromassaggio e di porte tipo tamburato in noce tanganika, con pavimenti in monocottura, portoncino blindato e finestre in legno con vetrocamera. La presenza di un impianto di teleriscaldamento consente di risparmiare energia: se a questo si aggiunge che il quartiere è impreziosito da vari giardini, da alcuni parchi e addirittura da un lago, non è difficile intuire perché valga la pena di prendere in considerazione la possibilità di trasferirsi a Torrino Mezzocammino con Progedil 90.

Cosa fare sul lago di Como

lago-comoGodersi una spa sul lago di Como è un’esperienza che vale la pena di vivere, magari dopo una lunga e faticosa – ma appagante – giornata sul Lario. Può essere un’idea concedersi un po’ di relax, per esempio, dopo aver preso parte a una gita in battello sul lago: l’ideale sarebbe il centro lago, ma poiché quello che conta è navigare vanno bene anche gli altri tratti. In effetti, chiunque giunga da queste parti non può fare a meno di dedicarsi a questa attività, un vero e proprio must, che permette di cogliere tutto il fascino del bacino lacustre proprio nel momento in cui le sue acque vengono solcate. Un’esperienza amata da tutti i turisti e, senza ombra di dubbio, unica, per non dire folkloristica, anche per merito del paesaggio da cartolina. In più, si ha l’opportunità di osservare da vicino e di apprezzare i rumori della navigazione, il suono della passerella che scivola sul pontile, le azioni dei marinai e i loro gesti rituali.

In attesa di rilassarsi in una spa sul lago di Como, insomma, una gita in battello è quel che ci vuole per scoprire uno scenario capace di lasciare a bocca aperta: è solo stando sull’acqua, passando da una sponda all’altra, che ci si può accorgere di quanto numerosi siano i borghi che si affacciano sul lago, rendendosi conto del fascino delle case e delle osterie sulle pendici dei monti. Dando un’occhiata al sito www.grandhoteltremezzo.com, per altro, non solo si può trovare una spa sul lago di Como elegante e dotata di tutti i comfort, ma si può scoprire anche un ristorante in cui cenare apprezzando le prelibatezze di uno chef come Gualtiero Marchesi.

Ma, prima della cena, non si può rinunciare al rito dell’aperitivo: e anche questo si può fare in battello! Per esempio sul Bisbino, un battello storico che è stato ristrutturato di recente e che è attraccato proprio in quel di Tremezzo. Salire a bordo di questa imbarcazione gloriosa e affascinante è un privilegio di cui pochi possono godere, anche perché è situato in una collocazione speciale, proprio al di sotto dei giardini della famosa Villa Carlotta. Chi ne ha la possibilità dovrebbe venire qui, dunque, in occasione del periodo in cui le azalee fioriscono, per osservare un panorama eccezionale, proprio di fronte al promontorio su cui sorge Bellagio. Sorseggiare un calice di vino su un pontile, mentre ci si lascia cullare dalle onde, è un piacere straordinario.

Infine, un’altra delle attività a cui ci si può dedicare prima di entrare in una spa sul lago di Como è una rilassante e affascinante passeggiata a bordo lago: è camminando, infatti, che si possono cogliere i dettagli che di solito sfuggono, ammirando scorci impossibili da dimenticare e notando i più piccoli particolari. Da Tremezzo a Griante si sviluppa un tratto di lungolago breve ma, proprio per questo, imperdibile, in cui si concentrano punti panoramici e ville antiche. Da non perdere Villa Margherita, Villa Carlotta, il Parco Mayer e la Chiesa Anglicana.

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La storia dell’amianto

eternitAlcune curiosità

Già all’epoca dei Persiani e dei Romani si utilizzava l’amianto: pare che esistessero manufatti, stoffe e materiali incombustibili con cui si avvolgevano cadaveri da cremare, allo scopo di ricavare ceneri più pure. Sarà poi Marco Polo a sfatare questa leggenda.

Si narra, inoltre, che nel ‘600 il naturalista Boezio avesse impiegato l’amianto per preparare alcune medicine.

Risale, invece, alla fine del 1800 il primo utilizzo dell’amianto in ambito industriale e contemporaneamente l’inizio della produzione di cemento-amianto in Austria.

L’impiego dell’amianto negli anni successivi crebbe in maniera considerevole, fino ad arrivare al periodo di “boom” degli anni ’50 e ’60 che riguardò il mondo intero.

A metà degli anni ’60 cominciarono a divenire evidenti gli effetti dannosi dell’amianto: la formazione di una particolare forma di carcinoma e di una malattia polmonare cronica erano legate proprio all’inalazione delle polveri d’amianto.

Ma cos’è l’amianto? Quali sono le sue caratteristiche? E quando diventa pericoloso?

L’amianto, anche definito asbento, è un minerale naturale a struttura fibrosa, che si ottiene da rocce madri dopo macinazione e arricchimento. Si tratta di un materiale dalle tante qualità, quali: l’incombustibilità, la fono assorbenza, l’isolamento al calore, la resistenza meccanica, la resistenza all’azione di agenti chimici e biologici, l’alta flessibilità e la versatilità.

Tra le principali proprietà tecnologiche vi è proprio la consistenza fibrosa, che è però anche la primaria proprietà di rischio per l’apparato respiratorio umano.

È doverosa, quindi, distinguere tra:

  • amianto in matrice friabile: quando le fibre di manufatti e applicazioni sono libere o debolmente legate;
  • amianto compatto: quando le fibre sono legate in una matrice stabile, come nel caso del cemento-amianto.

L’ amianto friabile (che si può facilmente ridurre in finissima polvere) è il più pericoloso tra i due, in quanto la pericolosità risiede nella capacità che i materiali in amianto hanno di rilasciare fibre inalabili.

Il rilascio di fibre di amianto nell’ambiente è probabile nelle circostanze in cui il materiale è particolarmente danneggiato e friabile: correnti d’aria, vibrazioni dell’edificio oppure movimenti di macchine e persone possono indurre il distacco e il rilascio nell’aria di fibre scarsamente legate e facilmente inalabili. Il rischio di esposizione e, quindi, quello di contrarre patologie tumorali non riguarda più solo i lavoratori che operano su materiali a base di amianto, ma anche tutte le persone che vivono o frequentano gli ambienti dove sono presenti manufatti in amianto.

Le restrizioni relative all’impiego di amianto

Alla fine degli anni ’70 dalla Gran Bretagna arrivano le prime regolamentazioni europee sull’uso dell’amianto nei luoghi di lavoro.

In Italia le prime disposizioni che regolamentano l’impiego dell’amianto risalgono al 1986, anno in cui viene imposto il divieto di immettere nel mercato la crocidolite. Con il DPR del 1998 tale divieto viene esteso a tutte le tipologie di amianto utilizzate in alcuni tipi di prodotti.

Ad oggi il quadro normativo in materia di amianto è davvero ampissimo e in continua evoluzione, relativamente alle metodologie tecniche applicative circa la rimozione, ma anche agli incentivi.

Ricordiamo, però, la Direttiva 1999/77/CE che pone il divieto assoluto di utilizzo dell’amianto a partire dal gennaio del 2005 e la Direttiva 2003/18/CE che proibisce l’estrazione dell’amianto, ma anche la fabbricazione e la trasformazione di prodotti in amianto.

Per servizi di rimozione,bonifica e smaltimento eternit in totale sicurezza  è essenziale affidarsi a aziende con esperienza nel settore, come la Canovi Coperture, attiva in tutto il Nord e Centro Italia. (www.canovi.it)

Traslochi in Sardegna? Ecco a chi rivolgersi

decorato_trasloco_fai_da_teTra le tante aziende che si occupano di traslochi in Sardegna, una delle più affidabili è di sicuro Terranoa Service, che copre ogni località della regione, da Palau ad Arzachena, da Cagliari a Olbia, da Badesi a Tempio Pausania, e così via. L’efficienza e la velocità degli interventi sono le caratteristiche di maggior pregio dell’attività, che ha sede a Olbia e che può operare con la massima rapidità dappertutto, dalla Costa Smeralda fino all’Ogliastra, per soddisfare qualsiasi tipo di esigenza. D’altro canto, ad avere bisogno di eseguire dei traslochi in Sardegna non sono solo coloro che sono in procinto di cambiare casa, ma anche i responsabili di magazzini e aziende che devono spostare macchinari e merci dei capannoni.

Cliccando sull’indirizzo Traslochisardegna.net si giunge sul sito di Terranoa Service e si ha la possibilità di scoprire più da vicino e di conoscere più nel dettaglio i vari servizi che sono abbinati ai traslochi in Sardegna: la disponibilità di uno staff accuratamente preparato garantisce il massimo della professionalità. Ma non è tutto qua, perché la qualità dei traslochi dipende anche dall’impiego di macchinari e di strumenti specifici, all’avanguardia sul piano tecnologico e in grado di soddisfare ogni bisogno. Si pensi, giusto per fare un esempio, a un trasloco che chiama in causa un appartamento situato all’ottavo piano di un condominio: in un caso come questo, non si può fare altro che ricorrere a una scala mobile. O, ancora, si immagini un trasloco da effettuare in un appartamento situato in fondo a un vicolo stretto in cui i camion e i furgoni non riescono a passare: anche in questa circostanza, è indispensabile adottare degli accorgimenti particolari per raggiungere lo scopo desiderato. Come si può intuire, è fondamentale eseguire un sopralluogo prima di intervenire: cosa che, ovviamente, Terranoa Service fa.

L’azienda sarda, insomma, forte di un parco attrezzi completo e ben fornito, può trasferire e spostare qualsiasi tipo di mobile, di complemento di arredo o di oggetto, che si tratti di un pianoforte, di un lampadario, di una libreria, di una credenza, di un letto, di una poltrona, di una lavatrice, di un tavolo e così via. Anche gli edifici che in apparenza sembrano impossibili da raggiungere possono essere raggiunti.

Ciò è reso possibile dal fatto che Terranoa Service si avvale di una tecnologia avanzata e, soprattutto, aggiornata tenendo conto delle ultime innovazioni, fondamentale sia per spostare le merci che per realizzare degli imballaggi perfetti da ogni punto di vista, con soluzioni che vengono studiate in anticipo e con cura per fare in modo che tutti i trasporti si rivelino sicuri, anche nel caso in cui riguardino piatti di porcellana, bicchieri di cristallo, vasi di ceramica, articoli elettronici o altri prodotti fragili. Da Santa Teresa di Gallura a Calangianus, da Porto Rotondo a Selargius, se si è in procinto di cambiare casa Terranoa Service è la risposta più adeguata e giusta a ogni domanda e a ogni ricerca.

Mc2 Saint Barth, le qualità del marchio di abbigliamento per bambini

Chi ha il desiderio di regalare ai propri figli dei capi di abbigliamento per bambini di alta qualità non può non prendere in considerazione l’idea di affidarsi al marchio Mc2 Saint Barth, che propone una linea di costumi da bagno per i più piccoli (oltre che per gli adulti) che nel giro di breve tempo ha conquistato l’attenzione degli addetti ai lavori e dei consumatori in ogni angolo del mondo. Un brand magico, quindi, capace di soddisfare le aspettative di chi indossa slip, boxer e bikini, anche perché rievoca i colori, i profumi e il divertimento dell’isola di Saint Barth (da cui il nome del marchio).

La collezione di Mc2 Saint Barth dedicata al beachweat si fa apprezzare per l’eterogeneità del catalogo, anche dal punto di vista dei colori: e se fino a qualche anno fa la palette fluo era un must, oggi sono tante le scelte a disposizione, sia per i maschietti che per le femminucce, tra stampe floreali e nuance energiche. I temi e le fantasie sono simpatici e fanno venire voglia di giocare, anche quando si tratta di teschi o temi che richiamano i pirati; ma non mancano le stampe per i più piccoli, per esempio con i personaggi Disney.

I capi di Mc2 Saint Barth permettono ai ragazzini di sentirsi eleganti e di godersi tutto il benessere di cui hanno bisogno: il merito è degli eccellenti tessuti che li caratterizzano. Anche quando si va in spiaggia, insomma, si ha il diritto di sentirsi alla moda. Insomma, per una giornata con gli amichetti in piscina, per un bel bagno al lago, per un pomeriggio in un parco divertimenti acquatico o per qualsiasi altra occasione in cui si ha la necessità di indossare dei costumi da bagno, questo è il marchio a cui fare riferimento se si è in cerca di capi che garantiscano una vestibilità eccellente.

Il miglior compromesso possibile tra la praticità e l’estetica, con colori brillanti ma mai troppo appariscenti, è il segreto alla base del successo di Mc2 Saint Barth, che per altro propone anche teli da mare e borse: avere a che fare con questo brand vuol dire immergersi – anche se solo con l’immaginazione e con la fantasia – nei mari dei Caraibi. Tra i tanti costumi da bagno a disposizione, ce n’è per tutti i gusti, con modelli più leggeri e più corti e modelli in nylon ad asciugatura rapida, senza trascurare i pantaloncini in tinta unita a metà lunghezza, perfetta per i bambini che vogliono giocare a beach volley o a beach soccer in spiaggia senza sentirsi infastiditi dai tessuti. Ecco, allora, che ci si può mettere in cerca dei capi più adatti ai gusti e alle esigenze dei propri figli, per una collezione estiva che mantiene le promesse e si rivela sempre eccezionale.