Nicola Vazparov

Nicola Vapzarov è nato a Bansco, un paese della Bulgaria sud-occidentale, il 24 novembre 1909 ed è caduto sotto il piombo fascista del plotone d’esecuzione il 23 luglio del 1942. Aveva dunque solo 33 anni. La sua breve vita è ricca di esperienze: studente di liceo, allievo della Scuola Nautica di Varna, operaio, macchinista di locomotive, fabbricatore di ordigni esplosivi per la lotta contro i nazisti che avevano invaso il suo paese, dirigente politico del Partito operaio bulgaro. La sua prima e unica raccolta di versi, I canti del motore, vede la luce nel 1940. Ma come poeta era già noto almeno dal 1935 col nome di Nicola Ioncov. Avendo preso parte all’azione per la pace all’inizio della guerra, è arrestato una prima volta nel 1941. Rilasciato per mancanza di prove a suo carico, riprende l’attività di cospiratore e dì artificiere al fianco del colonnello Zvetan Radoinov, uno dei capi della Resistenza. Il secondo arresto avviene al principio dell’anno seguente. Per quattro mesi è torturato perché denunci i compagni, ma Vapzarov parla solo per assumere su di sé ogni responsabilità:

“Sono un antifascista, un figlio della mia Patria e odio gli invasori hitleriani: per questo faccio parte della Resistenza”.

La sentenza di morte è eseguita al campo di tiro della Scuola Ufficiali nei pressi di Sofia.

Il periodo della sua maturità poetica coincide con gli ultimi sette anni della sua vita. I suoi versi persuadono per la foga dei sentimenti, per la forza morale che li sostiene. Vapzarov è un poeta ricco di fervore giovanile, di generosa purezza. delIa gioventù ha la grazia, l’acerbità, lo slancio. Anche quando gli elementi costitutivi della visione sono aspri, duri, realistici, l’onda della sua ispirazione li sommuove, li intride di sogno, di rapita emozione. Scrivendo i suoi versi egli ha sempre cercato la parola viva, parlata, l’espressione che ha radice nella lingua quotidiana, popolare. Essere conciso, naturale: scrivere col tono diretto, con la vivacità e la passione del discorso rivolto a un amico, a un compagno, a un operaio, questo è il concetto che sta alla base della sua poetica. Per queste ragioni, senza dubbio, egli deve essere considerato la voce più fresca e viva nella nuova poesia bulgara.

Biografia tratta da “21 poeti bulgari fucilati” a cura di M. De Micheli

Milano-Roma Edizioni Avanti! 1960 (Collana omnibus “Il gallo”)

Sulle pagine della stampa bulgara di ieri

Oggi, che infuria nei Balcani l’avvilente prospettiva per quei popoli dell’inasprirsi delle divisioni etniche, fomentate da un nazionalismo perverso e ipocrita, controllato dalla destra revanscista e fascista, non solo macedone, questi stralci sul Poeta Bulgaro Vapzarov, certamente ai più sconosciuto, non potrà che essere fonte di ripensamento. Per troppo tempo si è offuscata la memoria di grandi uomini, che fecero la storia d’Europa ed erano Comunisti, orgogliosi della loro origine eppure internazionalisti. E’ facile a ” lor signori “, oggidì, etichettare il tutto con il bollo stalinista! Lo fanno di continuo e non spiegano nulla! Sono vuoti, senza argomenti e lo dimostrano di continuo! Nessun combattente rivoluzionario del tempo, ed anche dopo nel periodo di costruzione del Socialismo, responsabili delle istituzioni Socialiste, non ha mai negato l’esistenza di forze contrarie al processo di mantenimento della pace nei Balcani; nello scontro di classe (oggi dimostratosi reale e non solo una forma di pensiero) quelle forze hanno sempre agito per fomentare odio e confusione, lavorato per dividere i popoli, contro la pace. L’esatto contrario d’Uomini Eroici e Rivoluzionari come il Poeta Bulgaro Vapzarov! Ed oggi vorrebbero raccontarci la storia a modo loro! Non s’illudano “La Verità è Rivoluzionaria”!

Luciano Bezeredy

Genova, 25 Settembre 1999

VAPZAROV BULGARO, VAPZAROV COMUNISTA, VAPZAROV POETA

Quando ho saputo che a Struga (oggi città della Repubblica Socialista di Macedonia – n. d. r.), il centro in cui sono state create le canzoni più liriche e delicate della nostra poesia popolare, si sarebbe celebrato il poeta macedone Nikola Ionkov Vapzarov, non posso dire di essere stato sorpreso. Già una volta era stato tradotto nella sua lingua materna e sposando la tesi di Vapzarov poeta macedone, molti inetti rappresentanti di una pseudo cultura che non avevano potuto trovare il loro posto nello sviluppo delle letteratura bulgara, erano divenuti accademici, storiografi letterari, noti critici. Inoltre, seguendo la logica della rapina di valori nazionali, dopo che dalla letteratura bulgara erano stati espunti i fratelli Miladinov, Railco Zinzifov e Grigor Parlicev (scrittori risorgimentali bulgari – N.d.T.), perché risparmiare Vapzarov? Perché non includere domani tra questi nomi anche quelli di Paisi di Hilendar, di Dimitar Blagòev, di Christo Smirnenski e via di seguito, in quanto analoghi legami di stirpe e di spirito, creati e affermatisi nel corso di secoli possono essere riferiti in Bulgaria a diversi poeti e studiosi, militanti di partito, docenti ed eruditi, rivoluzionari.

In questi giorni sto leggendo le memorie del fratello del poeta, Boris Vapzarov. Mi emoziono e torno con il pensiero a quegli anni quando Nikola Vapzarov abitava ormai a Sofia e stringeva amicizia sia con i nostri poeti che già s’erano fatti un nome, sia con quelli che stavano lottando per conquistarsi un posto nella letteratura.

Mi mette in agitazione il pensiero che qualcuno voglia ora sottrarlo ai nostri ricordi, alla nostra vita, alla nostra storia nazionale, ricca di momenti drammatici e di speranze.

Provo agitazione e sdegno nell’apprendere che qualcuno ha deciso che lui non è lui, come se in letteratura fosse lecito dare passaporti falsi. Io almeno non ho mai sentito gli argentini proclamare romanziere argentino Cervantes, né gli americani proclamare Shakespeare drammaturgo americano, né i cittadini della RFT proclamare Grillparzer poeta della Repubblica Federale. Semplicemente essi scrissero nella loro lingua materna e nessuno ha tradotto le loro opere in Argentina, negli USA e nella RFT.

Vapzarov scrisse nella sua lingua materna, visse in terra natia, aderiva al Partito Comunista di Bulgarija e cadde come comunista e poeta bulgaro. In tempi lontani e meno lontani Vapzarov era discendente d’antica e nota schiatta. Tutti coloro che lo conoscevano più o meno strettamente non ricordano che avesse sognate qualche volta di cambiare il proprio passaporto e tanto meno dopo la sua morte.

Sono fatti palmari che non esigono prove.

Non parlerò del posto che Vapzarov occupa nella poesia moderna bulgara. Per arrivarvi egli dovette percorrere l’ardua via della tradizione e dell’assimilazione del secolare patrimonio spirituale finché trovò quella vera voce che avrebbe espresso su pagine nuove. Egli si atteneva ad una propria scuola letteraria e questo fatto è evidenziato da tutti che hanno scritto all’estero della sua poesia, un fatto notato da un centinaio di poeti, pubblicisti e critici di spicco. Citerò alcune righe di quanto ho conservato e che deve essere pubblicato e ricordato.

Leon Kruckovski:

Nikola Vapzarov era una grande speranza per la letteratura bulgara. Durante la sua breve vita egli riuscì ad esprimere quell’insolito talento poetico di cui era dotato. Il nemico fascista spense questa speranza, ma versando il sangue del poeta, non poté spegnere le scintille che aveva acceso nel cuore degli uomini.

In Bulgaria la poesia di Vapzarov è sempre stata vicina al popolo e in questa direzione l’autore di “Canti del motore” (titolo di una raccolta di poesie di Vapzarov – n. d. r.) è rimasto fedele alla tradizione fondamentale della letteratura bulgara, la tradizione seguita da Botev, Smirnenski e molti altri. Questa tradizione risale ai tempi delle lotte e delle rivolte del popolo contro l’oppressione ottomana. Nella lotta contro la borghesia bulgara essa viene saturata di nuovi contenuti proletar-rivoluzionari, divenendo un pegno della vittoria nello scontro decisivo con il fascismo.”

Presentando l’edizione cubana delle poesie di Vapzarov, Pedro de Orana ebbe a scrivere:

La vita di N. I. Vapzarov ha un contrassegno, usiamo questo termine invece di “segno del destino”, perché non crediamo nella fatalità e nella predestinazione, un contrassegno che corrisponde a quanto è di migliore nella letteratura della Bulgaria.”

Germaine Yves Farge ha notato:

Sono sicura che le giovani generazioni attingeranno alla sua poesia per molto tempo ancora purezza spirituale, umanismo, profondo e operante, e forze morali tese all’incondizionata abnegazione per il bene della patria. Nikola Vapzarov è morto proprio cosi: fedele al glorioso passato rivoluzionario del popolo bulgaro e pertanto ne resterà un indiscutibile eroe.

Citando queste parole desidero porre in rilievo sia la tradizione letteraria e spirituale del passato, sia la commovente continuità, in quanto Vapzarov oltre che nei nostri ricordi è presente anche nel nostro tempo; egli s’associa ai nostri sforzi tesi ad edificare un’equa società comunista, a vivere in pace e collaborazione, ad apprezzare le prestazioni degli altri popoli e fornir loro i frutti della nostra cultura e del nostro potenziale creativo, compreso Vapzarov bulgaro, rivoluzionario, poeta. Egli è nostro, ma la sua poesia appartiene anche alla cultura mondiale. Così hanno scritto Salvatore Quasimodo, Nikolas Gillen, Stefan Hermlin, Martin Nag, Aris Dikteos, nonché l’indonesiano Jubar Ajiub, l’argentino Julio Galer, la greca Rita Bumi Pappa, il siriano Ahmad Solimano Al-Ahmad, il francese Jean Canapa, il tedesco Haso Grabner, il belga Jean Van Den Boom, i cinesi Ke Bao Tsiuan ed Emi Siao, il vietnamita Nhguen Suan Shan, il romeno Gheorghiu Dinu, l’albanese Giacomo Dsodsa, il letterato jugoslavo Milan Giuranov… più di un centinaio di nomi noti della letteratura contemporanea. Vapzarov appartiene alla poesia mondiale, Vapzarov, il poeta bulgaro alla cui madre, Elena, lo scrittore Italiano Mario De Micheli aveva scritto: Elena Vapzarova, mi rivolgo a te dandoti semplicemente del tu come mi sarei rivolto a Nicola. C’è forse un altro modo di parlare con la madre di un poeta? .. Mi pare di sentire le tue parole chiare e forti, vedo il tuo volto tranquillo, ma un po’ mesto, sul quale appaiono ancora i segni del grande dolore. Credo che tu sia la prima che deve ricevere questa raccolta di poesie. Tu che gli hai letto le poesie di Botev e hai coltivato in lui l’amore per la poesia e per la libertà. Tu che gli hai raccontato le antiche fiabe popolari bulgare e che hai acceso nel suo cuore, sin dalla sua infanzia, il fervido amore per la terra natia, per il popolo, l’amore dal quale nascono i suoi versi più umani e profondi!

Il critico sovietico Lev Ozerov ha giustamente notato:

“Vapzarov ha dato alla poesia bulgara il canto dei motori e il senso della vita colma di tensione del lavoratore bulgaro. Vapzarov ha collegato il passato all’avvenire del popolo bulgaro, ha bevuto dalla sorgente della vita che gli ferveva attorno, in quanto nutrito fin dall’infanzia di canti nazionali bulgari, della natura della Bulgaria, delle poesie di Christo Botev e di Peio Iavorov. Nella tragica predeterminazione dalla lotta alla quale aveva votato la propria sorte, aleggiava la fede fulgida in una vita a venire. Se si dovesse spiegare la grandezza della lotta antifascista bulgara, uno dei testimoni sarebbe Nikola Vapzarov. Al potente apparato militare e poliziesco i comunisti bulgari hanno contrapposto la loro esperienza rivoluzionaria, la loro coerenza e coraggio. Neanche per un attimo li aveva sfiorati il dubbio della necessità di questa lotta, del suo esito vittorioso. Le prove? Gli ultimi versi scritti prima della fucilazione, i versi che oggi ogni bambino bulgaro sa e recita a memoria. Torno a pensare che è difficile definire cosa significhi una manomissione attraverso gli anni, i confini, la storia, i cuori della madre e del fratello. Pare che pseudo storiografi di una certa risma vogliano dire: ” Questo poeta non è più il poeta Vapzarov, noto nel mondo, laureato del premio mondiale della pace, l’autore tradotto in decine di lingue, l’artista riconosciuto almeno da un centinaio di letterati di spicco di tutto il mondo. Vapzarov sarà quello che piace a noi, quello che a noi serve!

Tuttavia la poesia non è oggetto di commercio. Né lo sono il cuore, la dignità nazionale.

Ciò che è stato scritto con la parola e con il sangue, resta intatto attraverso i secoli

BOGOMIL NONEV, scrittore

(stralci di un articolo pubblicato sul giornale ” Otecestven Front! del 6.VIII.1979

EROE NAZIONALE DELLA BULGARIA

I giornali bulgari del 19 dicembre 1952 hanno pubblicato sulle prime pagine la seguente informazione da Vienna dell’Agenzia telegrafica bulgara: la Giuria del Premio internazionale della pace, che si è riunita a Vienna il 10, 11 e 16 dicembre u. s., presidente Pierre Cote e segretario Jorge Amadu, membri Vanda Vassilevska, Gabriele d’Arboucier, H.Johnson, Artur Lundqvist, il prof. Jan Mukarjiovski ed altri, ha deciso di conferire il massimo premio – IL PREMIO D’ONORE PER LA PACE per il 1952 – a ” Nikola Ionkov Vapzarov, eroe nazionale della Bulgaria.”

Così è stato scritto anche nel diploma d’onore.

(giornale “Otecestven Front!” del

6. VIII. 1979)

SOFIA PRESS

LA PATRIA DI VAPZAROV E’ LA BULGARIA

Lettera della madre del poeta, Elena Vapzrova, inviata alla redazione del giornale di Blagoevgrad ” Pirinsko Delo”, pubblicata il 10 agosto 1968.

Desidero condividere con i lettori del giornale il mio sincero sdegno sollevato da certi scrittori-giornalisti di Skopje. Sono turbata da tempo, ma ho sempre taciuto in vista di rapporti di buon vicinato.

A Varsavia, anni fa io e la madre di Zola Kosmodemianskajia e di Shura ci abbracciammo ripromettendoci di essere nelle prime file della lotta per la pace, perché non ci siano altre madri nelle nostre condizioni, pertanto ho mantenuto silenzio, ma ora griderò in modo che mi senta tutto il mondo: la patria di Vapzarov è la Bulgaria, per la quale ha agito ed è morto. Quando è giunta l’insensata notizia che i versi di Vapzarov erano stati tradotti nella sua lingua materna, sono stata molto sorpresa. Esiste forse nella storia un poeta che abbia scritto i suoi versi in lingua straniera e che poi questi versi siano stati tradotti da persone estranee nella sua lingua materna!

Questo scrivo io, madre del poeta, con la mano indebolita.

10 luglio 1968 città di Bansko

ELENA VAPZAROVA

17) monaco bulgaro del Monte Athos (1722-1773), autore di Storia slavo-bulgara, libro che segnò l’inizio del Risorgimento bulgaro – N.d.T.

2) fondatore del partito marxista della classe operaia bulgara, teorico marxista, giornalista, pubblicista, 1856-1924 – N.d.T.

3) poeta; il primo grande esponente del realismo socialista della letteratura bulgara, 1896-1923 – N.d.T.

4) partito comunista – N.d.T.