Carlo Giuliani

Carlo Giuliani GIOVANE COMPAGNO, RAGAZZO PROLETARIO CADUTO
SUL FRONTE DELLA LOTTA ALL’IMPERIALISMO

PIAZZA ALIMONDA: GENOVA, 21 LUGLIO 2001

Carlo Giuliani aveva solo ventitrè anni, un giovane compagno proletario che lottava per un mondo migliore di pace e di progresso a cui i grandi del mondo hanno rubato la vita. Carlo è caduto a Genova durante lo svolgersi della lotta antimperialista al convegno dei cosiddetti otto grandi della terra (G8), riunitisi in questa città nello storico palazzo genovese dei dogi, il Palazzo Ducale, sede del governo dell’antica Repubblica marinara. I G8 completamente estraniati dalla realtà dei veri bisogni della collettività mondiale, isolati, blindati, protetti da un mastodontico servizio di polizia, e d’intelligence, il 20 e 21 Luglio 2001 stavano decidendo del futuro di centinaia di milioni di uomini, donne e bambini del nostro pianeta: questo, mentre al di fuori della zona protetta il popolo antimperialista manifestava pacificamente, bande di teppisti, mercenari del sistema borghese-capitalista, mascherati in nero agivano indisturbati, distruggendo e saccheggiando la città inerme e abbandonata a se stessa. Questo blocco nero fascista tentava con ogni mezzo di strumentalizzare il vasto movimento di massa, che, se pur eterogeneamente composto ma animato nella comune convinzione di confrontarsi sui temi in discussione al vertice dei (pre) potenti, respingeva con fermezza ogni provocazione. Carlo Giuliani, è caduto, vittima di scontri e di una violenza che lui aborriva con tutto il suo essere: egli è vittima della violenza borghese, è caduto sul fronte della lotta all’imperialismo in Piazza Alimonda. I compagni della Linea Rossa genovese, oggi qui, rendono omaggio a questo giovane compagno, caduto sul fronte antimperialista, vittima di un complesso di circostanze che hanno un solo nome assassinio. Il sangue di Carlo Giuliani è sangue nostro, proletario, e ricade unicamente sul nemico comune dei popoli oppressi della Terra, l’imperialismo. Potrà cambiare nome, nascondersi sotto false vesti, camuffato da benefattore dei poveri, fingendo di essere alla ricerca di una soluzione per i bisogni urgenti, come la fame e la povertà del terzo mondo, ma alla fin fine getterà sempre la maschera, proprio come ha fatto a Genova, durante le giornate del G8.